È ancora presto per tirare un sospiro di sollievo ma col passare dei giorni il Coronavirus allenta la presa sul nostro Paese. Il 18 febbraio, la data d’inizio dell’emergenza sanitaria, il 9 marzo il lockdown per tutta l’Italia, imprese e cittadini compresi. Ora, 10 Aprile, l’emergenza sembra ridimensionarsi e ci avviciniamo a quella che è stata definita fase 2 del contenimento dell’epidemia. Ma attenzione, avverte Luigi di Maio – ministro degli Esteri – “fase 2 non significa liberi tutti”.
Il Dpcm scadrà dopo la domenica di Pasqua e in questi giorni si attende la conferenza nazionale del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per le direttive che ci accompagneranno per le prossime settimane.
Ieri, una lunga conferenza tra il Consiglio dei ministri e il comitato tecnico scientifico per decidere insieme come e quando far ripartire il paese. Così il premier Giuseppe Conte ha voluto responsabilizzare, un certo senso, tutto il governo sull’emergenza coronavirus. I componenti dell’esecutivo giallorosso hanno così passato gran parte del tempo a interrogare gli scienziati che stanno aiutando Palazzo Chigi.
La fase 2 dovrebbe iniziare dopo la domenica di Pasqua e prolungarsi fino ai primi di Maggio. Non sarà un repentino ritorno alla normalità, gli scienziati avvertono «massima prudenza, piccoli passi». La decisione su cosa fare -prorogare le misure o allentarle- è squisitamente politica e spetta al governo che deciderà ma avvalendosi del parere degli scienziati, che invitano alla gradualità e alla prudenza.
Il primo passo sarà la riapertura di fabbriche e negozi – restati chiusi durante la quarantena – allungando così, la lista Ateco con le aziende pronte a riaprire i battenti. In fondo alla lista bar, pub e ristoranti, luoghi di socialità e aggregazione, che saranno dunque gli ultimi a riaprire. Dunque la normalità partirà dalle aziende per far ripartire il paese e solo successivamente riguarderà la normalità dei cittadini.
Lo stesso discorso varrà per piscine e palestre dove la riapertura sarà rimandata ancora di un po’, non potendo questi luoghi rispettare la distanza di sicurezza. E proprio su quest’ultimo punto si discute tanto. Quando la quarantena forzata sarà finita la vita sociale cambierà, continueremo ad utilizzare mascherine e rispettare la distanza di sicurezza.
Discorso contrario è per le scuole. Nel Decreto Scuola la data fatidica che scioglierà ogni dubbio è quella del 18 Maggio che apre la strada a due scenari possibili. Ritorno in classe e maturità “classica” o fine dell’anno scolastico in modalità telematica e maturità online. L’idea di non riaprire la scuola prima di Settembre continua a rafforzarsi anche tra il comitato tecnico scientifico.
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