Foto dal sito Pixabay
L’Italia, secondo la classifica di Transparency International, è al 51esimo posto per Corruzione. Anche se è riuscita a guadagnare un punto in più dall’anno precedente, 2018, comunque non è ancora abbastanza per poter dire debellato il problema.
Il punteggio preciso è 53 punti su 100 e l’Italia si trova un gradino sotto Malta. La classifica del Cpi (indice di percezione della corruzione) ci segnala che è ancora lontano l’obiettivo finale anche se, dal 2012, abbiamo acquistato 12 punti. La classifica ci vede ben lontani dalle dominatrici del 2019: Danimarca e Nuova Zelanda. Agli ultimi posti della classifica, Bulgaria, Romania e Ungheria.
Virginio Carnevali, presidente di Transparency Iternational Italia, dopo i risultati dichiara a La stampa:
”Siamo lieti di vedere un ulteriore miglioramento, ma sinceramente speravamo in qualcosa di più. Il rallentamento è dovuto a diversi problemi che il nostro Paese si trascina da sempre senza riuscire a risolverli”
A pesare sul miglioramento del nostro paese è la radicata criminalità organizzata che utilizza il metodo della corruzione per realizzare i propri scopi. Altro enorme problema del nostro paese è la regolamentazione delle lobby e i conflitti di interesse che il Parlamento non disciplina ancora.
”Non c’è una diminuzione della percezione del livello di corruzione” – continua Carnevali – ”se le pene non vengono percepite come reali. E non c’è certezza della pena se non si accorcia la durata dei processi”
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