C’è stato un tempo in cui l’allora premier Silvio Berlusconi rivendicava il suo martirio nei confronti della magistratura, che lo perseguitava. Poi, in tempi recenti, è toccato a Salvini. Ora, la politica sopravanza i confini nazionali e tocca Donald Trump. La Corte Suprema ha infatti duramente respinto le accuse del presidente americano, che la incolpava di essere “coinvolta politicamente“.
“Il presidente americano deve rispettare l’indipendenza dei giudici.” ha dichiarato John Roberts, giudice capo della Corte Suprema degli Stati Uniti. Un uomo che solitamente è calmo e mansueto, ma che stavolta ha respinto duramente le accuse del presidente statunitense.
Il riferimento è all’attacco di Donald Trump contro il magistrato della corte distrettuale federale di San Francisco. Quest’ultimo, infatti, ha bloccato la stretta sul diritto di asilo dei migranti. Un atto che rema nello stesso verso dei diritti umanitari dell’ONU, ma che è avversa alle politiche populiste e xenofobe del tycoon americano.
Per la prima volta, però, il presidente ha trovato pane per i suoi denti.
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