16 Febbraio 2021 - 18:32

Dalla crisi di Governo alla crisi della sinistra italiana

PD zingaretti sinistra

La sinistra italiana è in crisi: l’esplosione del Covid-19, i problemi economico-sociali e la crisi di Governo ne hanno decretato la sconfitta

La pandemia e le seguenti tensioni sociali hanno messo a dura prova le forze politiche ma tra tutte ad incassare le batoste più pesanti è stata la sinistra. Vinciamo in Emilia e poi cambio tutto” diceva Zingaretti il 20 gennaio 2020. Ma di quel “partito nuovo” non se n’è avuta nemmeno la parvenza. Con la crisi di Governo che preoccupava il paese la sinistra italiana è andata ancora di più alla deriva.

Partito Democratico allo sbaraglio

Non ci sono nè vincitori nè vinti con il nuovo Governo Draghi, ma alcuni partiti risultano più danneggiati degli altri. Il Partito Democratico, in questo senso, esce dalle recenti vicende politiche molto indebolito. Vuoi per il fatto di aver tradito quelli che erano gli ideali su cui il partito stesso si fondava oppure per il fatto di non essere riuscito a far sentire la propria voce il Partito Democratico non si è dimostrato all’altezza della situazione storico-sociale in cui il Paese è immerso ancora oggi. E così, come del resto è sempre stato, il Pd si è frantumato in tante piccole correnti con Dario Franceschini a capo dell’area AreaDem, Lorenzo Guerini a sostegno della Base riformista e Andrea Orlando considerato da molti colui che tiene in mano le redini del partito stesso.

A decretare il fallimento del Pd non è soltanto la sua frammentazione ma anche la mancanza di ideali e il tradimento di quei pochi che erano rimasti. L’aver mandato zero donne al Governo infatti ha suscitato critiche dalla maggior parte degli elettori dell’ala dem che consideravano il partito una delle poche roccaforti riformista e femminista in un contesto profondamente maschilista. Anche nella formazione del nuovo esecutivo la sinistra non è riuscita a imporre l’attenzione per quelle questioni sociali sulle quali per anni ha condotto la propria linea politica.

La sinistra italiana e le divisioni insanabili

Profondamente indebolita la sinistra italiana si divide. Roberto Speranza, riconfermato nuovo ministro della Salute nel Governo Draghi, pensa già di lasciare Articolo 1 per spostarsi nel Pd. Nel frattempo una piccola minoranza capeggiata da Fratoianni spera di reclutare alcuni degli infelici dem e dei pentastellati scontenti per costruire un nuovo polo contrario alla linea di Mario Draghi. “È un governo più spostato a destra e verso il nord.“, motiva Fratoianni il mancato appoggio a Draghi. “Sarebbe insano lasciare alla destra di Giorgia Meloni il monopolio dell’opposizione, anche in termini di equilibri parlamentari. Certo, quanto accaduto sembra accelerare una spinta presente da tempo in Art.1 al ritorno nel Pd. Però noi, a differenza di altri, non prenderemo provvedimenti disciplinari verso chi, contravvenendo al voto massiccio della nostra assemblea nazionale, ha deciso di votare sì“.

Ma quella del segretario di Sinistra italiana è solo una tra le tanti correnti di pensiero dei dem. “Dobbiamo ragionare in una logica diversa”, esordisce invece il senatore Sandro Ruotolo, “e rispondere al drammatico appello del capo dello Stato. È un governo di emergenza, per affrontare pandemia, vaccini, recovery. Non è il momento di pensare alle forze politiche”.

Con le destre che acquistano sempre più consenso e le problematiche che attanagliano il Paese le divisioni all’interno dei gruppi di sinistra sembrano essere l’ennesima sconfitta della politica.