28 Ottobre 2021 - 13:34

Ddl Zan: Elio Vito abbandona i suoi incarichi in Forza Italia

ciampolillo, riforma Concessioni Balneari Oblio Oncologico

Il deputato Elio Vito di Forza Italia che alla Camera aveva votato a favore del Ddl Zan ha deciso di lasciare gli incarichi del suo partito

Il deputato Elio Vito, con una lettera a Silvio Berlusconi, lascia gli incarichi interni a Forza Italia dopo che il suo partito ha votato al Senato a favore della pregiudiziali sul ddl Zan che hanno bloccato l’iter della proposta di legge per il contrasto all’omotransfobia. “Per coerenza con le mie convinzioni, che mi portarono a votare a favore della proposta di legge alla Camera, quando pur nella posizione contraria del Gruppo, fu garantita comunque la possibilità di votare secondo coscienza, a malincuore rimetto l’incarico che mi hai affidato”. Vito quindi si dimette da responsabile del Dipartimento Difesa e sicurezza di Forza Italia.

La lettera e le ragioni di Elio Vito

“Tempo fa mi hai onorato della nomina a responsabile del Dipartimento Difesa e sicurezza di Fi. Ma su un tema che riguarda anche la sicurezza (le cronache di questi mesi sono purtroppo pieni di episodi di violenza ai danni di persone Lgbt, picchiate perché camminavano a mano nella mano, si baciavano, portavano una borsa arcobaleno), Forza Italia ha manifestato, anche nei pochi voti che ci sono sin qui stati al Senato, la sua contrarietà; mi riferisco al ddl Zan, che contrasta proprio odio, discriminazioni e violenze”.

Alla Camera dei deputati, Vito era stato uno dei cinque parlamentari di Forza Italia a dissociarsi dalla linea del partito, votando a favore del disegno di legge Zan. Oggi l’ex ministro e deputato resta nel centrodestra uno dei difensori più convinti del testo di Alessandro Zan, posizione che l’ha spinto già negli scorsi mesi anche a contestare apertamente la linea del partito e soprattutto di Berlusconi. Nella sua lettera al leader di Fi, Vito insiste sul fatto che il ddl Zan “non limita affatto le libertà di espressione e di opinione, che sono tutelate dalla Costituzione“.