4 Marzo 2024 - 18:07

Diego Basso: “Chiedi chi erano i Queen”

In tour con il tributo ai Queen, il 22 marzo il Maestro Diego Basso ricorderà Lucio Dalla al Teatro Ariston di Sanremo

Diego Basso

“Lucio in Orchestra”, tributo sinfonico del Maestro Diego Basso all’iperbole umana e artistica di Lucio Dalla, approderà il prossimo 22 marzo al Teatro Ariston di Sanremo: «Il primo ricordo che mi viene in mente pensando a Lucio è un concerto benefico del 2011. Il pomeriggio lo aspettavamo per le prove ma al suo arrivo mi invitò a prendere un caffè con lui. “Al concerto”, mi disse, “ci pensiamo stasera”. In quel frangente a me mostrò grande fiducia ed io ebbi la conferma di trovarmi di fronte ad un Artista estremamente consapevole della sua musica. Un talento assoluto».

E chi assisterà al concerto avrà modo di risentire la sua voce…

Esatto. In scaletta ci sono anche le versioni sinfoniche di “Caruso” e “Anna e Marco” eseguite da Lucio proprio in occasione di quel concerto ad Argignano.

Il palco del Teatro Ariston è significativo per la storia della musica italiana. Pensa che il Festival di Sanremo possa davvero rinunciarvi?

E’ difficile. Il Teatro Ariston negli anni è diventato il tempio della musica italiana ed è legato in maniera indissolubile al Festival. Piuttosto è interessante capire chi prenderà il posto di Amadeus alla direzione artistica e cosa diventerà Sanremo di conseguenza.

Amadeus ha fatto un lavoro straordinario, la sua rivoluzione sta nel fatto che per esempio quest’anno le tre canzoni sul podio hanno una ritmica molto lontana dal classico sanremese. Il prossimo direttore artistico dovrà prima di tutto fare una scelta: continuare su questa strada o ridare il giusto spazio alla melodia italiana.

La vincitrice, Angelina Mango, le piace?

Le ha tutte: un grande carisma e musicalità straordinaria, come lo era quella del padre. La vera partita per lei si gioca adesso: paradossalmente arrivare a Sanremo e vincerlo è facilissimo. Le grandi carriere le hanno costruite quelli che sono arrivati ultimi.

Durante la serata delle Cover i ragazzi de Il Volo hanno eseguito “Who wants to live forever”. Cosa ne pensa?

A Gianluca, Ignazio e Piero sono molto affezionato, avendo lavorato con loro per cinque anni. Credo che il pezzo si sposasse molto bene con le loro vocalità, mi è piaciuto che abbiano coinvolto Stef Burns nella performance e, pur da purista fedele a stesure e armonie, ho apprezzato la loro volontà di sperimentare armonie diverse nel finale.

Lei i Queen attualmente li sta portando in tour con il progetto “Diego Basso plays Queen”…

I Queen li ho sempre ammirati, per la costruzione melodica e armonica dietro ai loro brani, in tensione continua verso l’Opera, la musica classica,  e “Bohemian Rhapsody” ne è l’esempio più imponente, di cui Freddie Mercury era un grande cultore. Ho sempre inserito brani dei Queen nei miei concerti, fino a che gli incontri con Marc Martel (doppiatore di Rami Malek in “Bohemian Rhapsody”, biopic su Freddie Mercury, ndr.) prima e con Brian May poi, mi hanno convinto a dedicare loro un progetto monografico. In scaletta ci sono tutte le pietre miliari del repertorio dei Queen, da “Somebody to love” a “We are the Champions”, in un crescendo di intensità.

Lucio Dalla, i Queen, Morricone. C’è qualche altro universo musicale che vorrebbe traslare nel suo mondo?

I miei progetti sono in continua evoluzione. Ma sto già pensando a nuove cose, sì: per esempio, ad un format che si chiami: “Il pop, rock e funky diventa classica”. Nessun pregiudizio, come vede: io dico sempre che la musica ha una M sola e come tale va amata e studiata. Ecco, lo studio è fondamentale per chi, oggi che la musica è diventata per la maggiore consumo, vuole fare questo mestiere. Cari ragazzi, le sconfitte non mancheranno. Ma è importante rialzarsi e perseverare consapevoli di ciò che si ha dentro.