Mario Draghi sembra aver convinto tutti, o quasi. Il nuovo Governo stando al primo giro di consultazioni sarà appoggiato anche da Lega e Movimento 5 stelle. Resta fuori solo Giorgia Meloni alla quale proprio Salvini gli ha detto che questa non è l’ora di “isolarsi“. Si chiude così questo primo round di consultazioni con la prospettiva di una maggioranza ampia, quasi inimmaginabile solo la settimana scorsa. La Lega ha rotto gli indugi e assieme a Forza Italia ha deciso di abbandonare l’opposizione. Il Movimento 5 Stelle è fortemente diviso al suo interno ma a questo punto pare scontato il sì anche a prezzo di qualche defezione. Anche nel Pd si avverte qualche tensione per la convivenza con Salvini nella stessa maggioranza, ma l’appoggio non è mai stato in discussione.
Mario Draghi si muove seguendo il percorso indicato dal Capo dello Stato: un governo di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna formula politica. Così come la composizione della squadra di Governo. Sarà compito di Draghi comporla. Da parte sua ha evitato qualunque anticipazione anche sul tipo di compagine (tecnica o meno). Lo farà presumibilmente nel round che si avvierà nella giornata di oggi. L’ipotesi che resta prevalente è quella di un misto tra tecnici e politici. Il Premier incaricato ovviamente consegnerà la lista nelle mani di Mattarella e con lui proseguirà ogni interlocuzione necessaria al fine di portare a casa un Governo all’altezza della situazione, richiesta specifica dell’inquilino del Colle.
Draghi in questi giorni ha parlato esplicitamente a più interlocutori di puntare sulla “competenza” rispetto agli incarichi da coprire. Un’espressione che potrebbe anche portare come diretta conseguenza ad alcune riconferme, a partire dal ministro uscente della Salute Roberto Speranza, che ha gestito fino ad ora l’emergenza Covid. Nei colloqui l’ex presidente della Bce è stato ben attento a non fornire indizi ai partiti. Ha parlato soprattutto di obiettivi. Il primo fra tutti è quello di ricostruire la “fiducia” nel Paese depresso dall’emergenza sanitaria e dalla crisi sociale ed economica. Per farlo, ha ripetuto, bisogna puntare anzitutto su “lavoro e impresa” ma anche su “scuola e cultura”. In che modo e con quale tipo di interventi lo spiegherà nel secondo giro di consultazioni che si concluderà martedì e nel quale manifesterà i punti salienti del suo programma di Governo.
“Non entrerò nel governo, ma voltare le spalle a Draghi è come voltarle al Paese”, sono queste le parole del Premier uscente Giuseppe Conte. Le quotazioni di una possibile presenza dell’ex premier nella nuova compagine governativa erano scarse ed ora sono pressoché nulle. Non è da escludere che questo possa avere ricadute sulla tenuta dei gruppi parlamentari, in particolare al Senato. Grillo al termine della consultazione ha lasciato al reggente Vito Crimi il compito di confermare la disponibilità del Movimento al nascente Governo. Dopo il lungo ed impegnativo incontro con Draghi i pentastellati seppur divisi hanno tracciato una linea di apertura e anche sotto la spinta moderata di Conte potranno convincersi definitivamente che non si possono voltare le spalle a Draghi.
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