Politica

Elezioni regionali 2020: tutti vincitori… o forse no?

Si chiude il sipario sulle Elezioni Regionali 2020. Il dato più rilevante è la situazione in parità. Ma non è tutto oro quel che luccica

Un pareggio. Questo è tutto quello che si è ottenuto dalle Elezioni Regionali 2020. Da una parte e dall’altra (nello specifico, nel PD e nella Lega), dunque, sono tutti soddisfatti. I vincitori si sono distribuiti equamente, e ciò sicuramente avvantaggia il Governo. A dispetto, dunque, di tutti i proclami che l’opposizione ha fatto alla vigilia, la linea formata da PD e Movimento 5 Stelle ha retto, e anche piuttosto bene. Il dato interessante è proprio questo.

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Si potrebbe, infatti, parlare di Elezioni Regionali 2020 che hanno di fatto cristallizzato la situazione. Questa, però, è un’analisi in maniera alquanto superficiale. C’è un fattore veramente molto importante che bisogna considerare all’interno delle stesse, ed è la perdita (inevitabile, si potrebbe dire) della forza della Lega. Matteo Salvini è stato bravo a correre ai ripari a parole, ma la sua è una sconfitta netta su tutta la linea, inequivocabile, di quelle davvero sonore. Questo perché non sono i candidati a dare le indicazioni sulla forza del partito, ma i voti di lista. E, in tutte le regioni in cui si è votato, la Lega non è mai riuscita a prevalere sugli altri.

Il caso più eclatante si ha in Veneto. Naturalmente, quella di Zaia potrebbe essere vista come una vittoria di quelle toccasana per Salvini ed adepti. In realtà, testimonia solamente la forza dello stesso governatore e della sua lista. Ciò potrebbe dare le coordinate adatte per capire che, a tutto gli effetti, quella del Capitano è una seria sconfitta, che di fatto de-legittima il suo profilo. Ci sono serie questioni da affrontare in merito, dunque.

Tutti hanno qualcosa da vincere… o forse no?

Analizzando la situazione delle Elezioni Regionali 2020, si può serenamente dire che il Capitano “non tira più“. La situazione dal punto di vista regionale, infatti, parla di come la gente si sia affidata più ai governatori che alla Lega stessa, ritornando a quella cultura “personalistica” che ha sempre caratterizzato la destra. In Veneto, a trionfare è la lista di Luca Zaia. In Liguria, invece, lo è stata quella di Toti, con la Lega addirittura dietro al PD. Nelle Marche, invece, dove Acquaroli ha fatto bottino pieno, il primato di lista va comunque al PD. Questo indica che, nel computo totale dei partiti, la Lega esce praticamente sconfitta su tutti i fronti. Dunque la storia del “vincono tutti” regge solo dal punto di vista superficiale.

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La verità è che Matteo Salvini è il vero grande sconfitto di queste Elezioni Regionali 2020. Lui, che aveva promesso di fare il botto e di rivendicare le ambite poltrone” del Governo, alla fine dovrà restare inerme lì dov’è ora. Il “pareggio” (anche se, di fatto, si può parlare tranquillamente di sconfitta, dato che i voti in Veneto e Liguria sono andati ai governatori) lo ha di fatto delegittimato. E solo tredici mesi fa, il sex symbol padano chiedeva “pieni poteri” agli italiani. Quegli italiani che, ora come ora, non gli affiderebbero nemmeno un portachiavi, stando ai dati.

Come se non bastasse, a dare il colpo finale ci ha pensato il referendum. Perché, attenzione, è una gran bella “furbata” quella di far passare la vittoria del Sì come una vittoria leghista in automatico. Alla fine l’iniziativa è stata comunque creata e perpetrata dal Movimento 5 Stelle, che alla fine ha avuto ragione. Il partito di Vito Crimi e di Luigi Di Maio, nonostante le batoste prese un po’ ovunque alle Elezioni Regionali, può comunque essere moderatamente soddisfatto. Il referendum sul taglio dei parlamentari è stato un successone, e sicuramente gli dà molta più forza nella coalizione di Governo.

Dunque si è segnato una sorta di spartiacque, in Italia. Un divisorio in cui Matteo Salvini è inesorabilmente rimasto a guardare inerme, e in cui deve correre ai ripari. E in fretta.

Antonio Jr. Orrico

Studente al terzo anno di Scienze della Comunicazione, con una passione innata per il giornalismo, per la scrittura, per la lettura e per la musica.

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