Enjoy The Silence: l’ultimo inno del secolo breve. L’opera prima di Alessandro Mazzaro

In occasione dei trent’anni di “Violator” dei Depeche Mode, GM Press pubblica il nuovo libro di Alessandro Mazzaro, con testimonianze di La Bionda, Pischetola e altri. Ecco come nasce Enjoy The Silence: l’ultimo inno del secolo breve

L’opera prima di Alessandro Mazzaro, terzo volume della collana Songs di GM Press dedicata ai compleanni delle più amate canzoni italiane e straniere, esce in occasione dei 30 anni di Enjoy The Silence, brano che ha fatto assurgere i Depeche Mode allo stato di star internazionali. Mazzaro ha ricostruito pezzo dopo pezzo la gestazione della canzone e dell’album che la contiene, Violator, avvalendosi delle testimonianze di alcuni dei protagonisti che hanno visto nascere il disco. A cominciare da Carmelo La Bionda, allora titolare dei Logic Studios di Milano, presso i quali i Depeche Mode hanno registrato una parte del disco nella primavera del 1989. E poi Pino Pischetola, tecnico del suono italiano che ha partecipato attivamente alle registrazioni insieme alla band inglese nel suo soggiorno musicale milanese.

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Il libro è un percorso a tappe che da Milano porta ai Puk Studios, dove prende forma Enjoy The Silence, e che attraversa i luoghi più significativi che hanno caratterizzato gli anni d’oro dei Depeche Mode. Allo stesso tempo la narrazione si intreccia con gli eventi e le storie di un biennio, il 1989-90, che rappresenta il canto del cigno del cosiddetto «Secolo breve».  Ed è proprio questa chiave di lettura a caratterizzare la storia di Enjoy the Silence, che a trent’anni di distanza appare sempre più come l’inno (forse) inconsapevole di un’epoca al tramonto e come il punto di congiunzione fra due decenni vicini ma profondamente diversi. Raccontarne la storia significa ricostruire un’epoca al tramonto, di cui i Depeche Mode si fanno cantori inconsapevoli.

Copertina “Enjoy The Silence: L’ultimo inno del secolo breve” – di Alessandro Mazzaro

Questo libro – spiega l’autore nell’introduzione – non è un saggio di un critico musicale e tantomeno un’apologia dei Depeche Mode, ma un viaggio alla scoperta di luoghi, fatti e persone che hanno caratterizzato i due anni più importanti della carriera di un gruppo musicale formatosi nel 1980 a Basildon, a poco meno di cinquanta chilometri da Londra, e diventato nel giro di pochi anni un fenomeno di dimensioni mondiali“.

Redazione ZON

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