Alberto Tomba è il super ospite della settima e ultima puntata di EPCC, il late show in onda su Sky Uno ogni giovedì, condotto da Alessandro Cattelan.
Il campione di sci ha rivelato subito la propria condizione di “mosca bianca“: “Ero diverso dagli altri atleti, cioè estroverso e di città (di Bologna).Poi, ha ripercorso brevemente la propria carriera esplosiva: “A vent’anni, nel ‘92, ho conquistato il terzo oro olimpico. La parte difficile non è vincere, ma ri-vincere, riconfermarsi”.
Ha ammesso, però, che il successo mondiale iniziò a stargli stretto: “Non c’era privacy, dovevo nascondermi, non sono stati anni facili. Ero piccolo d’età, non sapevo come gestirmi, avevo bisogno di qualcuno che potesse aiutarmi in questo senso”.
Lo sportivo ha raccontato di essere anche un amante dei vini: “Ho girato più cantieri che piste da scii, ma ho smesso da vent’anni di bere: prima era la mia benzina.” Tomba, che a casa sua vanta una collezione incredibile, composta da 3 o 4 mila bottiglie, ha ha assaggiato con Cattelan una selezione di rossi: la scommessa era indovinare quale vino stesse bevendo. Dopo un’attenta analisi del gusto, il campione azzarda che si tratti prima di un Amarone e poi di un San Giovese.
Le sue previsioni si rivelano entrambe azzeccate, nell’ilarità dello studio e dello stesso conduttore, che spiega: “Da piccolo uscivo da scuola e correvo a casa per vedere il “bolognese che ha vinto le olimpiadi”. Era una questione di vita o di morte”.
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