“Dobbiamo restare uniti, come nel 2006”, esempio chiaro e lampante quello di Fabio Cannavaro. Il capitano dell’ultima vittoria Mondiale dell’Italia ha voluto scrivere al suo ‘paese’ in questo momento di grande difficoltà, a causa dell’emergenza Coronavirus.
In una lettera inviata e pubblicata da The Players’ Tribune, l’ex-difensore ha espresso tutta la sua sofferenza per la situazione che si sta vivendo in Italia: “Ciò che succede al nostro Paese in questo momento mi fa venire ansia, mi fa male. Non posso descrivere quant’è brutto vedere l’Italia soffrire così tanto, vedere così tante persone morire. Mi dispiace tanto per tutte le persone che sono state colpite e soprattutto per chi ha perso dei cari”.
“Fortunatamente – prosegue Cannavaro – “ci sono anche dei momenti in cui tiriamo fuori l’orgoglio e questo spesso succede nei momenti difficili. Quando la posta in palio è davvero alta. Quando noi italiani siamo uniti, solitamente facciamo bene. Ormai ci troviamo in mezzo a questa battaglia e dobbiamo combatterla insieme. E questo significa essere la versione migliore di noi stessi“.
Cannavaro ha usato un esempio lampante per descrivere il momento, lo scandalo Calciopoli: “Quando ero il capitano della nazionale campione del mondo nel 2006 ho visto qualcosa di simile con i giocatori. Il caso Calciopoli era scoppiato appena prima dell’inizio del torneo e il clima era molto teso quando ci siamo ritrovati. In tanti pensavano che lo scandalo ci avrebbe distratto“.
Cannavaro poi prosegue: “Ma l’atmosfera nella squadra è sempre stata buona e questo è stato fondamentale. In un momento così critico non potevamo permetterci di essere egoisti. Tutti contavano allo stesso modo. Avevamo anche un grande leader, Marcello Lippi, che ci ha fatto stare bene dandoci degli stimoli importanti. Appena atterrammo in Germania praticamente già ci dimenticammo dello scandalo e non vedevamo l’ora di scendere in campo“.
“Spesso mi si chiede perché l’Italia – continua il Capitano – ha vinto quel mondiale. Non l’abbiamo vinto perché siamo stati fortunati. L’abbiamo vinto perché eravamo la squadra più forte e perché ci abbiamo creduto“.
Da qui, il messaggio agli italiani: “Ora all’Italia serve quello stesso spirito di tenace unità. Abbiamo già visto bei gesti di solidarietà. “Andrà tutto bene” è una frase che cerca di sollevare un po’ le persone che in questo momento sono a casa, è rivolta a chi ha paura, a chi si sente giù o solo. La gente è uscita sui balconi per applaudire i sanitari. I vicini di casa hanno cantato insieme. È questa l’unità di cui abbiamo bisogno“.
“Se non ne avete la possibilità basta anche un semplice gesto verso un vicino di casa. Ricordiamoci che bisogna fare squadra in questa battaglia e abbiamo bisogno di tutti. È vero, nessuno è Superman. Ma quando stiamo insieme, possiamo fare qualsiasi cosa. Italiani, teniamo duro“, ha concluso così la sua lettera Fabio Cannavaro.
QUI per leggere la lettera completa.
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