A testimoniare l’intervento dell’FBI, il Procuratore Generale degli Stati Uniti, Merrik Garland, che ha riferito di una rete hacker e di una grossa infrastruttura in grado di portare al termine un attacco hacker russo di grosse dimensioni.
L’intervento dei tecnici statunitensi della cyber security hanno bloccato migliaia di router e firewell che sono già stati in grado di colpire con attacchi mirati siti ucraini.
Questa azione è stata definita di tipo preventiva, poichè il sistema messo appunto dai militari russi consentirebbe di creare una sorta di “botnet“, cioè di infettare una serie multipla di computer con malware, in grado di contaminare ulteriori server.
Inoltre è stato anche riferito che gli Stati Uniti si aspettavano un contro-attacco cyber da parte della Russia sulle piattaforme che gestiscono istituzioni finanziarie, gasdotti e rete elettrica in conseguenza delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti.
Ma gli interventi in termini di cyber-security non sono gli unici mezzi utilizzati dagli Stati Uniti per colpire nel profondo la capacità di azione dei russi. Il Procuratore Generale Garland si è fatto anche portavoce dell’accusa contro l’oligarca Konstantin Malofeyev, incriminato per aver finanziato la guerra in Crimea e le due repubbliche separatiste del Donbass, con lo scopo di ottenere di nascosto media in Europa.
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