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Forti del consenso ottenuto, dal 10 al 17 ottobre migliaia di cittadini manifesteranno il proprio malcontento nei confronti dei nuovi trattati sul libero scambio. Lo scopo che si intende perseguire è quello di contrastare, dal basso, le politiche di scarso valore democratico portate avanti dalla leadership di Bruxelles, ma soprattutto un modello economico fondato sullo strapotere delle multinazionali e la messa in discussione dei diritti sociali e civili, culminata col famoso Trattato.
La nuova campagna Stop TTIP verrà organizzata in numerosissime città europee, attraverso l’allestimento di presidi, mobilitazioni ed eventi di vario genere. Il tutto in vista di raggiungere l’obiettivo finale, ovvero impedire il Trattato transatlantico USA/Ue, il negoziato TiSa (sulla liberalizzazione dei servizi, sui quali i governi avranno sempre meno potere) e l’accordo di libero scambio tra Canada e UE.
Ma, nella sostanza, cos’è il TTIP? Il Transatlantic Trade and Investment Partnership è un accordo commerciale di libero scambio, il cui fine è la riduzione dei dazi doganali e delle barriere tariffarie, con la conseguente compenetrazione fra i mercati dei due continenti. Se il progetto venisse portato a compimento, verrebbe creata la più grande area commerciale del globo. Si può immaginare che i beneficiari esclusivi di questo Trattato saranno i grandi gruppi del mercato e il commercio multinazionale. È previsto che l’introduzione massiccia di prodotti extra-continentali in Europa, porterà delle conseguenze molto gravi per numerosi settori delle economie locali, soprattutto nel settore agro-alimentare. Nel caso specifico dell’Italia, imprenditori e agricoltori italiani saranno costretti a fronteggiare una spietata concorrenza di prodotti internazionali, con conseguenze nefaste per le gastronomie tradizionali e i settori tipici in cui le regioni sono specializzate. Inoltre, verrebbero meno le garanzie, la tutela e i diritti dei consumatori, verso i quali le grandi aziende non sarebbero tenute a rispondere riguardo all’eventuale inefficienza, pericolosità o scarsa qualità dei prodotti (compresa la libera introduzione degli OGM).
Rischi, questi, che spingono anche numerosi europei a scendere in piazza. La manifestazione internazionale principale si terrà a Berlino, cui aderirà anche parte del movimento italiano. In numerose città d’Italia si alterneranno presidi, campagne di pressione istituzionale, proteste e iniziative di sensibilizzazione. Monica Di Sisto, rappresentante del movimento Stop TTIP Italia, esprime soddisfazione per i risultati raggiunti dalle mobilitazioni: “«Le mobilitazioni delle prossime settimane, e l’obiettivo di tre milioni di firme raggiunto e superato, segnano la prima grande vittoria dei movimenti della società civile (…), ogni minimo tentativo da parte della Commissione europea e dei governi di tenere sotto silenzio un negoziato così importante è fallito miseramente”.
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