Solo nel 2012, si introduceva una legge che, in via sperimentale, introduceva l’obbligo per i padri di astenersi dal lavoro per un giorno entro cinque mesi dal parto. In dieci anni, il congedo di paternità è stato decuplicato, fino ad oggi. Per la festa del papà, infatti, arriva una novità abbastanza importante. Il congedo diventa misura strutturale e non necessiterà più di un rinnovo annuale.
Dal 2022, infatti, la misura diventerà definitiva. Nei fatti non cambia nulla. Questi dieci giorni sono un diritto a sé stante, non sono legati al periodo di astensione obbligatoria della madre, al quale si aggiungono. Entro il quinto mese di nascita, il papà può anche chiedere un giorno di congedo facoltativo con il riconoscimento di un’indennità pari al 100% della retribuzione, ma in questo caso la domanda è alternativa al periodo di astensione obbligatoria spettante alla madre.
In realtà, c’è ancora molto da fare, dato che la misura è abbastanza recente. Si era partiti da quattro giorni nel 2019 per finire a questi passi da gigante nel 2022. Il problema, però, è che il congedo di paternità, almeno per ora, riguarda solo i dipendenti privati. A conti fatti, dunque, c’è ancora una differenza tastabile. Il Ministero del Lavoro sta lavorando proprio in questo senso, per estendere la misura anche al pubblico. L’obiettivo è un decreto che consenta di superare questa differenza tra lavoratori. Ed è l’auspicio di tutti.
La novità del congedo di paternità per la festa del papà, intanto, è un segnale importante.
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