Festival di Cannes 2018 tra successi e qualche delusione: si pensa già ad una palma d’oro per il film Cold War di Pawel Pawlikowksi
Festival di Cannes 2018: è stato proiettato ieri
Cold War, il nuovo film di
Pawel Pawlikowksi, ed è stato subito un successo. Molti pensano già ad una
palma d’oro. Certo questa considerazione è prematura essendo la
71° edizione del Festival iniziata da pochi giorni, ma questa pellicola è sicuramente la più accreditata. Il film in
bianco e nero, si presenta
caldo ed
ipnotico allo spettatore che si trova a scoprire e vivere l’amore difficile tra
Zula e Wiktor, in un arco temporale di 15 anni. I due amanti si conoscono nel 1949 e il film li segue fino al 1964: sono entrambi artisti del folklore locale, che all’epoca era ben accetto dalla
Polonia sovietica. Lei è ballerina e cantante, mentre lui è musicista e filologo. Molti saranno gli ostacoli interni ed esterni che i due dovranno affrontare per vivere il loro forte amore. Viaggeranno da e per tutta l’Europa e intorno a loro sono molte le cose che cambiano, prima fra tutte la musica: dal folk si passa al jazz parigino. Ciò che invece resta sempre uguale è il loro
amore, tenuto insieme soprattutto dal carattere di Zula (interpretata da Joanna Zulig). Costruito seguendo le impostazione del
cinema classico, il film è liberamente ispirato alla
storia d’amore dei genitori del regista. Il cineasta in questione si è così espresso:
“non è il loro ritratto, semplicemente ho descritto i meccanismi del loro stare insieme e mantenuto il loro nome”. Qualche altra sorpresa
Altri due film che hanno sorpreso il pubblico di Cannes 2018 sono invece
Yomeddine, dell’egiziano A.B. Shawky e
Leto, del russo Kiribati Serebrennikov. Il primo è un road movie tra un lebbroso e un bambino che viaggiano alla ricerca delle loro identità perdute. Il secondo è invece un musical sui rocker della sovietica Leningrado degli anni ’80, in cui un gruppo di giovani sognano Lou Reed e David Bowie, pur costretti a restarne lontani; anche questo è un film in bianco e nero con qualche intervento a colori in stile videoclip, che rappresenta i sogni irrealizzabili dei giovani ragazzi, che diventati adulti sono tormentati e poi scomparsi. Il film rappresenta un
gruppo rock sovietico realmente esistito e per questo motivo il regista è tuttora agli arresti domiciliari per “presunto” dissenso al regime.
Una delusione
Ha deluso invece le aspettative il film francese
Sorry Angel di Christophe Honoré. Il film racconta la vita solitaria di un professore affetto da HIV nei primi anni ’90 e stenta a trovare una convincente identità.