Fino a trent’anni prima che Fidel Castro cambiasse le cose, a Cuba il Natale veniva celebrato nel periodo estivo, precisamente a luglio. I più anziani ricordano di averlo festeggiato per l’ultima volta nel lontano 1968, mentre il leader cubano incoraggiava la rivoluzione in America latina.
La festa era stata spostata da dicembre a luglio per impedire che l’economia del Paese subisse rallentamenti. Infatti, per interi anni la raccolta della canna da zucchero continuava ininterrottamente per tutto il mese di dicembre.
La coltura dello zucchero è sempre stata fondamentale per l’isola, perché ha garantito da subito l’acquisizione di risorse importanti come il petrolio, ottenuto da altri Paesi.
Quando Giovanni Paolo II giunse in visita a Cuba, il regime cercò di adottare un atteggiamento di apertura verso il mondo. E il 1° dicembre annunciò che, a partire da quello stesso anno, il Natale si sarebbe celebrato il giorno 25.
E così, il 25 dicembre, allo scoccare della mezzanotte, nella capitale cubana risuonano le campane delle chiese che annunciano la nascita di Gesù e nella famosissima Piazza della Rivoluzione una messa suggestiva raccoglie tutti i fedeli, da 19 anni.
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