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Molto probabilmente il suo collega Marracash ha avuto l’occhio lungo, quando alcuni anni fa gli propose di entrare a far parte dell’etichetta Roccia Music per un’esperienza, tuttavia conclusasi troppo in fretta.
Il personaggio in questione è Fred de Palma, talentuoso rapper torinese classe ’89 che ha trascorso buona parte della sua vita artistica su e giù per l’Italia a “farsi le ossa” tra gare di freestyle e contest di genere culminati con la partecipazione al programma Mtv Spit nel 2012, in cui arrivò a classificarsi terzo.
Il passaggio televisivo aiuta ad aumentare notevolmente la sua visibilità, che sfocia nella pubblicazione di due album (“F.d.P” datato 2012, prodotto in coppia con Dirty C, e “Lettera al Successo” del 2014), redatti da etichette indipendenti e correlati di numerose collaborazioni con diversi artisti del mondo hip hop.
Nel frattempo, come detto, è assidua la sua presenza nella scuderia Roccia Music, fondata da Marracash, con cui avvia un progetto interrotto nel giro di pochi mesi e che lascia ai posteri solo alcune brevi collaborazioni.
Inizia, quindi, un lungo periodo di riflessione per Fred, che si rinchiude in studio, alla ricerca di nuove idee e spunti, rilasciando di tanto in tanto alcuni video-freestyle pubblicati tramite i suoi canali social ufficiali.
Il silenzio viene interrotto il 2 ottobre 2015 quando vede la luce “BoyFred” terzo album di inediti dell’artista torinese e primo pubblicato per una major, la Warner Music.
La copertina è molto semplice, in pieno accordo col titolo dell’album e a dir la verità anche un po’ minimale, mentre le tracce sono l’esatto l’opposto. Stupisce la totale assenza di interazioni con altri esponenti del genere, in contrapposizione con i precedenti lavori, per un progetto definito dallo stesso artista molto personale ed autobiografico.
E non a caso i brani che trattano questi temi sono propio quelli che costituiscono l’ossatura base della tracklist. Spiccano, tra le altre: Stanza 365, Canterai, Buenos Dias, e soprattutto “Non scordare Mai”, tutte scandite da beat lenti e testi malinconici uniti a parole e assonanze volute e ricercate per aumentare, forse, il tasso di “smielosità”.
Non mancano ovviamente tracce autocelebrative che costituiscono la prassi di tutti gli album hip hop (VodkaLemonHaze, SerenataTrap), oltre a temi riguardanti la ricerca del successo e la sua vacuità (Tutto Qui,Slogan), in cui è evidenziato il background dell’artista fatto di molta gavetta ed esibizioni in piazza. Probabilmente l’unica nota stonata è rappresentata dalla traccia numero 6, “Fenomeno”, che ripropone in rima il processo di incontro tra l’artista e un fan tramite una lettera scritta da quest’ultimo. Un argomento sempliciotto già sentito in altre produzioni del genere (es. Club Dogo in “Tutto ciò che ho” o Grido in “Sei come Me”) e che non stupisce quanto dovrebbe.
Nel complesso l’album si lascia ascoltare piacevolmente anche da chi non è appassionato del genere e si presenta come un lavoro molto variegato che mette in mostra un notevole passo in avanti dell’artista verso un processo di maturazione a 360 gradi in cui è finalmente in grado di spaziare in diversi ambiti senza risultare mai banale. Poche sono le sperimentazioni dal punto di vista musicale, mentre ottimo è l’equilibrio tra i ritornelli quasi sempre cantati, e le strofe molto melodiche, che potrebbe funzionare anche in prospettiva radiofonica.
Il talento di fondo c’è, e finalmente sembra essere venuto fuori.
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