12 Dicembre 2016 - 21:33

Gentiloni e il nuovo, “solito”, Governo

Paolo Gentiloni canone Rai

Gentiloni conferma, quasi totalmente, la squadra di governo renziana. La mossa dell’ex Ministro degli Esteri, al netto delle decisioni di Verdini e Zanetti, sembra sempre più orientata a “rivitalizzare” l’ex Premier Renzi dal punto di vista politico-mediatico

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Il Referendum Costituzionale, che è costato la Presidenza del Consiglio a Matteo Renzi, è passato ormai da una settimana ma quell’atteggiamento da “gattopardo”, tipico della nostra povera Italia, si è ancora una volta ripresentato nell’animo della rappresentanza nazionale.

Infatti, dopo l’annuncio della squadra di Governo da parte del Presidente del Consiglio incaricato Gentiloni, si è esplicitata maggiormente l’insana voglia di cambiare tutto per non cambiare niente che, allo stato attuale, rende nota una situazione politico-istituzionale non solo complicata ma, allo stesso tempo, studiata appositamente per uno specifico obiettivo: il tentativo disperato di vittoria alle prossime elezioni politiche.

Gentiloni

Dal punto di vista istituzionale, in virtù delle conferme (escludendo le correzioni minime effettuate in tre dicasteri) da parte di Gentiloni, si può dire che il disegno portato avanti, chiaro sin da domenica mattina con l’affidamento della Presidenza all’ex Ministro degli Esteri, è esclusivamente quello di “resuscitare” politicamente il segretario del partito.

Ciò può essere dimostrato da due punti precisi: il primo, dettato dalla (quasi) totale conferma dell’esecutivo, è incentrato sul prosieguo del programma renziano senza che il Segretario ne tragga dirette conseguenze (essendo fuori dalla sfera istituzionale); il secondo, fondato sui numeri risicati al Senato a seguito dei distinguo dei verdiani e di scelta civica, punta a “resistere” quanto più possibile in modo da modificare le regole elettorali da un lato e far brillare, di nuovo, di “luce propria” l’acciaccato Renzi dall’altro.

A questa oscura situazione si aggiunge anche il celebre fattore B(erlusconi), in cui la vita del sempreverde governo Gentiloni, messo in difficoltà dai centristi ex forzisti, potrebbe dipendere anche da “convergenze” con FI per il “regolare” andamento della Legislatura.

Considerando, invece, il lato prettamente politco, l’unica certezza è fondata sullo stravolgimento del sistema partitico italiano.

Di sicuro Renzi rimarrà il nome di punta del Pd, anche a seguito dell’ “operazione conferma” dettata da Gentiloni, ma la composizione attuale dei partiti non sarà per nulla la stessa.

In particolare, la posizione della minoranza dem, al momento non rappresentata fra i “vertici”, è del tutto incerta dato che, facendo fede a quanto espresso durante la direzione nazionale del partito (in cui il gruppo si è posto l’obiettivo di valutare, caso per caso, le proposte fatte dal nuovo corso), si arriverebbe facilmente ad un punto di rottura in cui l’aut aut sulla linea politica determinerà i destini dell’organo di maggioranza relativa.

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