L’accordo tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio per garantire un Governo è cosa fatta. Ma sorgono già i primi problemi, a partire dal “nodo premier”, e non si esclude la proposta “bifronte”
Finalmente, l’Italia avrà un
Governo. Dopo tante vicissitudini, tra ritorni al voto ipotizzati e accordi sfumati (come quello
PD-M5S), finalmente
Di Maio e
Salvini hanno trovato l’accordo: il Governo sarà
bipartitico,
M5S-Lega. Tuttavia, è ancora presto per cantare effettivamente vittoria. Vi sono, infatti,
altre varie questioni che sono rimaste in sospeso, soprattutto la più importante: il cosiddetto
“nodo premier”. Al momento, gli italiani ancora non conoscono effettivamente chi sarà
il prossimo capo del
Governo italiano. Le ipotesi valutate sono state varie, dal
“premier esterno”, su cui era stata creata una lista completa di figure esterne che avrebbero preso volentieri la guida del Paese, al possibile
“premier terzo”, con la figura leghista di
Giancarlo Giorgetti in pole position. Tutte possibili strade che ora sono tramontate. Il nuovo possibile stratagemma per la guida del
Governo ha un che di fantascientifico e incredibile. Si sta facendo largo, infatti,
l’opzione “staffetta”. In sostanza, si tratterebbe del cosiddetto
“premier a tempo”. Durante la legislatura, il tempo come premier si dividerebbe sostanzialmente
a metà tra Salvini e Di Maio. Una sorta di
“contentino” per gli elettori sia del
Movimento 5 Stelle sia della
Lega, che vedrebbero governare i propri beniamini senza, così, potersi lamentare. La soluzione, per quanto possa sembrare assurda e infrangere i diritti costituzionali, potrebbe essere l’unica per mettere d’accordo due prime donne, che a parole sembrano sempre farsi da parte per il “bene del Paese”, ma che nella realtà dei fatti
puntano entrambi a quella poltrona che, dal 4 Marzo, è rimasta senza padrone per troppo tempo.
Di Maio-Salvini: felici, sì, ma non troppo.