29 Ottobre 2018 - 09:39

Greta Van Fleet: band rock rivelazione dell’anno o fuoco di paglia?

Greta Van Fleet

I Greta Van Fleet sono una band statunitense il cui ultimo disco sta riscuotendo notevole successo in tutto il mondo; le critiche però non mancano e c’è chi non crede nella loro musica

Tre fratelli e un vecchio amico, qualche strumento musicale ben suonato, voci mozzafiato, i giusti riferimenti e un “pizzico” di talento: ecco come sono nati i Greta Van Fleet.

La giovane band statunitense composta da Joshua Kiszka, Jacob Kiszka, Samuel Kiszka e Daniel Wagner viene da Frankenmunth, Michigan. Appena ventenni i fratelli Kiszka hanno fondato la band nel 2012. Fino al 2016 avevano lanciato qualche singolo che poi è stato cancellato dal mercato musicale. Nel 2017 firmano finalmente un contratto con la Lava Records e rilasciano il loro primo Ep.

Questo settembre è stato invece annunciato il loro primo album Anthem of the Peaceful Army, rilasciato la settimana scorsa, che sta riscuotendo notevole successo in tutto il mondo. Per la band è iniziato lo scorso 26 ottobre anche un importante tour che li porterà tra l’Europa e l’America. Il loro viaggio è iniziato a Parigi e li porterà il prossimo 19 febbraio anche qui in Italia, a Milano. Le tappe sono quasi tutte sold out.

Alcune critiche

Ma nonostante questo successo travolgente, la band sta attirando su di se anche numerose critiche. Prima fra tutte la critica alla voce del frontman, che è molto simile a quella di Robert Plant, frontman dei Led Zeppelin, la cui influenza stilistica hard rock è anche molto evidente nei brani dei Greta Van Fleet. Se infatti per alcuni la voce di Joshua è considerata un dono, per altri no, è considerata solo una “copia” dell’originale. I confronti tra i Led Zeppelin e i Greta Van Fleet vanno ormai avanti da mesi, ma lo stesso Plant ha detto qualcosa in merito. Scherzando e ridendo in un’intervista ha affermato: “C’è una band di Detroit chiamata Greta Van Fleet, sono i Led Zeppelin I… Hanno questo meraviglioso giovane cantante, molto forte.. lo odio!”. In realtà l’anziano front man supporta la nuova band e crede nel loro talento musicale e nel talento di Josh: “È piuttosto bravo. C’è un lavoro da qualche parte per lui“. 

Le parole di Larson

Di recente una nuova critica è arrivata forte e chiara all’interno di una recensione scritta dalla penna di Jeremy Larson, giornalista critico presso il magazine statunitense Pitchfork. Larson non ha solo criticato l’album d’esordio della giovane band, ma tutto il loro modo d’essere: il loro modo di vestire e il loro sound considerato fintamente rock.

All’ulbum ha affidato un punteggio di 1.6 su 10 e così ha commentato: “I poveri ragazzini di Frankenmuth, Michigan, non si rendono nemmeno conto di essere più un febbrile sogno algoritmico che una vera rock band. Mentre stanno vendendo spettacoli in tutto il mondo, da qualche parte, in una sala riunioni, una mezza dozzina di persone stanno cercando di capire come, esattamente, Jimmy Page e Robert Plant possano riuscire a entrare nel SUV del “Carpool Karaoke” con il resto dei ragazzi dei Greta Van Fleet.”

Ha poi continuato: “Anche se il loro album di debutto, “Anthem of the Peaceful Army”, suona come un vero disco di rock classico […] non è davvero rock classico. Sono un nuovo tipo di gruppo vampirico che è lì per cogliere il deflusso del rock classico originale utilizzando il modello di business basato sui dati dei servizi di streaming. I Greta Van Fleet esistono per essere inghiottiti dal bidone degli algoritmi e per accumulare ascolti, e ne hanno già centinaia di milioni.”

La risposta dei fan

A queste aspre parole i fan sono insorti sul web difendendo la giovane band a spada tratta e definendo “una recensione spazzatura” quella di Larson.

Una Curiosità

Chi è Greta Van Fleet? Questa domanda sorge spontanea se si pensa al nome della band; ricorda infatti il nome di qualcuno e sembrerà strano, ma è proprio così. Hanno scelto di chiamarsi così quando per caso uno dei componenti ha sentito il nome di una passante Gretna Van Fleet. Per la sua privacy però hanno optato per una piccola variazione ed hanno eliminato la “t”.

Anthem of the Peaceful Army

Questo loro primo album in realtà si discosta abbastanza dallo stile dei Led Zeppelin. Con questo disco i Greta Van Fleet sono sono diventati un caso internazionale. Nonostante ciò resta la separazione tra chi li reputa un nuovo simbolo rock e chi li reputa una band irrilevante. L’importante è che in parte la band con questi nuovi pezzi non ha più la fama di essere un clone dei Led Zeppelin.

I testi e le musiche delle 11 canzoni sono tutti scritti e composte dai componenti della band. Questa la Tracklist:

  1. Age of Man – 6:06
  2. The Cold Wind – 3:16
  3. When the Curtain Falls – 3:42
  4. Watching Over – 4:28
  5. Lover, Leaver – 3:34
  6. You’re the One – 4:25
  7. The New Day – 3:44
  8. Mountain of the Sun – 4:30
  9. Brave New World – 5:00
  10. Anthem – 4:41
  11. Lover, Leaver (Taker, Believer) – 6:01

Un piccolo commento

Brano dopo brano, ascoltando l’album sembrerà di essere catapultati indietro nel tempo. I loro pezzi così genuini sono ricchi di riff hard-blues e acuti spacca-vetri, gioia di tutti gli amanti del rock.

I Greta Van Fleet non stanno sicuramente facendo la storia del rock, ma semplicemente ripropongono in chiave moderna il ricco patrimonio storico musicale fatto dai big del rock. E lo fanno con un entusiasmo che ormai nei pezzi delle grandi icone rock non si sente più. A loro perciò si potrebbe attribuire un importante merito: quello di lasciare in eredità ad una generazione di giovanissimi un genere musicale ormai poco ascoltato dai loro coetanei.

Con questo album hanno dimostrato di saper suonare e di avere una bella personalità, che si, ha come base il rock classico, ma può essere considerata hippie. E questo lo hanno dimostrato anche attraverso il loro abbigliamento e attraverso i post su Instagram in cui hanno parlato del nuovo disco. Aleggia tra le loro canzoni quel vecchio flower power che i giovanissimi componenti della band non hanno mai conosciuto, essendo figli degli anni ’90. La loro musica infatti inneggia alla pace, ai movimenti ambientalisti per salvare il mondo, alla fine delle discriminazioni e all’amore incondizionato. I loro testi non sono molto d’impatto: si legge di montagne, grandi cieli e tanto fuoco (elementi chiaramente visibili anche nella copertina del disco), ma questo diventa irrilevante di fronte alla musica che coinvolge l’ascoltatore.

I Greta Van Fleet quindi hanno ancora tanta strada da fare, ma se sapranno lavorare con i loro evidenti talenti potranno migliorare sempre di più e regalarci altre e più belle emozioni. Nonostante ciò possiamo essere fieri del lavoro fatto fin’ora, considerando soprattutto la loro giovanissima età e la loro imponente preparazione.