“E’ un giorno importante per l’Italia. Reddito di cittadinanza e Quota 100 sono a tutti gli effetti realtà. Dal Senato l’ok definitivo. Grazie alle due misure qualificanti del nostro contratto di Governo, diamo speranza e dignità a milioni di italiani”. Con un entusiastico messaggio sui social, il premier Giuseppe Conte saluta l’approvazione in Senato del Decretone, che diventa a tutti gli effetti una legge.
La normativa contiene i due provvedimenti bandiera del Governo giallo-verde, il reddito di cittadinanza e la quota 100 in materia previdenziale. Ecco cosa prevede.
Il reddito di cittadinanza, fortemente voluto dal Movimento Cinque Stelle, prevede un sussidio di 780 euro da corrispondere a chi ne abbia fatto domanda entro il 31 Marzo. A ciò si accompagna una politica di re-inserimento sul mercato del lavoro: i beneficiari saranno dunque tenuti ad accettare almeno un'”offerta congrua” di lavoro, comunque non inferiore a 858 Euro (il 10% del massimo del sussidio).
Ai genitori con figli minorenni a carico potrà essere offerto un lavoro entro i 250 km dal luogo di residenza, mentre tutti i divorzi avvenuti dopo il 1 Settembre dovranno essere corroborati da un verbale della Polizia.
I cittadini extracomunitari che avranno fatto richiesta del beneficio, dovranno presentare una dichiarazione dei redditi e di composizione del nucleo familiare del Paese di origine, con traduzione italiana e validazione del consolato.
Si intendono esclusi dal sussidio, coloro che hanno un contenzioso in atto con la giustizia.
Le spese effettuate con la card, per motivi di privacy, non potranno essere monitorate e la somma potrà essere erogata anche in contanti.
Le imprese che assumeranno i beneficiari del Reddito (anche con contratti di apprendistato) riceveranno un bonus.
Stracciato il tetto dei 45 anni per la laurea, il Decretone conferma l’assunzione di tremila navigator nel 2020.
Il secondo provvedimento principe del Decretone è la Quota 100, in materia previdenziale: il trattamento di fine servizio sale da 30 a 45mila euro e potrà essere richiesto anche dai dipendenti pubblici già in pensione.
Abolita la finestra di tre mesi di maturazione dei requisiti per chi esercita professioni gravose, le aziende sanitarie potranno iniziare le procedure di assunzione già in corso d’anno per rientrare dei pensionamenti.
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