7 ͣ Arte: #26 Il Dottor Stranamore – Il surreale infinitamente reale
“Il Dottor Stranamore” (Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb) è un film del 1964 di Stanley Kubrick. Una commedia grottesca che ridicolizza la tensione dell’uomo nei confronti della guerra, rendendolo un film “reale” ancora oggi
C’è sempre della realtà anche nelle fantasie più vivaci. Una dimostrazione è il mezzo chiamato cinema, nato per intrattenere, evolvendosi in una rappresentazione contestuale. Alcuni registi hanno predetto il futuro attraverso i loro film, altri invece hanno messo in chiaro quelle che erano le realtà quotidiane.
Fritz Lang per esempio mise in scena il primo film che parlasse di fantascienza, concependo il conflitto tra la macchina e l’uomo che tutt’ora vediamo ripetutamente tra film e telefilm.
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Mentre invece, spostandoci nella nostra penisola, Vittorio De Sica fu l’artefice di come un regista debba rappresentare la vita di tutti i giorni, mancanze e dolori compresi.
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Uomini malati e dottori strani
Con Il Dottor Stranamore abbiamo qualcosa di inaspettato e diverso. Qualcosa di talmente surreale da sfiorare l’assurdo, ai limiti del grottesco, quasi una presa in giro.
Quel genio di Stanley Kubrick si ispira al romanzo Red Alert, datato 1958 e scritto da Peter George.
Un generale della base aerea statunitense, il cui nome Jack Ripper richiama il personaggio Jack Lo Squartatore, dà ordine agli Air Force di bombardare dei bersagli sovietici. La causa scatenante è il solito luogo comune – che sentiremo ripetersi spesso in questo film – del complotto comunista. Nulla di più insano e irreale per dar il via a un film surreale.
Da qui susseguiranno eventi e gag grotteschi, satirici ma anche spaventosamente simbolici della realtà.
In particolar modo nei confronti della paura del nemico. Una sensazione che dominava durante i periodi della guerra fredda. Basta solo uno psicopatico e un pulsante, il resto potrebbe distruggere la terra.
Kubrick, tra i registi più completi di sempre
Ciò che contraddistingue Stanley Kubrick dagli altri suoi colleghi è la capacità di sapersi adattare a ogni genere cinematografico. Avevamo parlato di lui in merito alla controversia regia del film Spartaco. Se il suo esordio fu macchiato dai conflitti con l’attore Kirk Douglas, in Il Dottor Stranamore, Kubrick darà il meglio di sé e della sua cinepresa.
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Dopo una pellicola drammatica che si abbracciava con l’epica e l’azione, stavolta il regista britannico rivoluziona il suo repertorio. Commedia, dialoghi brillanti, situazioni surreali. Ma anche ottime scene di guerra, tramite inquadrature e movimenti di macchine suggestivi e d’ispirazione. I War Movie infatti infesteranno il mondo del cinema al tramontare dello scorso secolo.
Kubrick prende in mano una storia surreale ma piena di riferimenti al vero. Argomenti delicati come quelli delle guerre nucleari ma affrontati con dialoghi scritti magnificamente e scenografie che stupirono lo stesso Presidente degli Stati Uniti d’America.
Oggi forse quel conflitto tra America e Russia potremmo paragonarlo a quello tra la sempre tanto cara America e la Nord Corea. Un conflitto figlio del terrore di ciò che potrebbe accadere, enormemente maggiore di quello che realmente è.
Personaggi e simboli di una realtà contorta ma pragmatica ne “Il Dottor Stranamore”
Peter Sellers, inoltre, è il fiore all’occhiello di questa pellicola. Egli interpreta 3 personaggi e lo fa al meglio, diventando l’anima del film.
Il colonnello Lionel Mandrake sembra essere l’unica persona con degli ideali e con del sano raziocinio. Eppure riesce a divertire proprio perché sembra essere l’unico sano in mezzo a una gabbia di matti.
Il Presidente Markey Muffley è un inetto che cerca di mantenere la calma come farebbe un nonno col bastone di fronte al nipote esuberante. Esilaranti le telefonate con il primo ministro russo, che, nonostante non parli e non appaia mai, sembra di averlo proprio di fronte.
Esce all’ultimo, quando ogni spettatore ha quasi dimenticato il titolo del film, il “famoso” Dottor Stranamore. Dalle strambe soluzioni che comunque non superano per stranezza i suoi continui tic e i suoi “accidentali” Hi, Furer.
Kubrick inserisce altri simboli di netta rilevanza con la realtà che lo circondava all’epoca. Fa fare a un generale un apprezzamento riguardo il cinema giapponese, che in quegli anni era in piena espansione. Fa distruggere a un soldato russo il distributore di una Coca Cola. Un brand simbolo del capitalismo americano che i russi tanto condannano.
Infine, il suicido del generale Ripper che ha dato inizio a tutto, che, pur di non ammettere le proprie colpe di fronte alla sua nazione e ai suoi “nemici”, preferisce rinchiudersi e suicidarsi. Proprio come un altro psicopatico fece circa vent’anni prima.
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