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Finalmente, l’accordo sembra essere stato raggiunto. Mancano solo gli ultimi dettagli che verranno messi a punto al più tardi entro la fine di questo mese. L’accordo fra gli sherpa del Governo e gli avvocati della famiglia Mittal sulla ex Ilva sembra essere ormai chiuso: lo Stato torna azionista della più grande acciaieria d’Europa. Così, una telenovela lunghissima sia per lo Stato italiano che per gli azionisti dell’azienda sta per essere definitivamente chiusa, con buona pace di tutti.
Gli indiani rinunciano alla richiesta di recesso dal contratto di affitto, il Governo ritira il ricorso di fronte al Tribunale di Milano. Per non trovarsi con diecimila persone per strada, il contribuente pagherà circa un miliardo di €, di fatto uno sconto di oltre la metà su quanto il gigante dell’acciaio si era impegnato a pagare. Il credito del Governo si trasformerà in una quota di Mittal Italia. Quanto varrà la quota, lo si capirà in un secondo tempo.
Tutto avverrà molto lentamente: il pre-accordo prevede di chiudere l’operazione entro Novembre di quest’anno. Il leader dei metalmeccanici CISL, Marco Bentivogli, non è soddisfatto: “In questa fase non siamo stati coinvolti. Speriamo solo che la partecipazione pubblica non serva ad agevolare la exit strategy dell’azienda.”
Una cosa è certa: la nuova Ilva a partecipazione pubblica impiegherà a regime almeno tremila persone in meno di oggi. E non è certo una notizia entusiasmante.
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