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In Serie A sono ritornate le Sette Sorelle

La Serie A si infiamma grazie al ritorno delle Sette Sorelle, le squadre che stanno dominando questo inizio di stagione

Questa sera inizierà la nona giornata di Serie A e mai come quest’anno possiamo dire che le squadre al vertice della classifica stiano provando a distaccarsi dal resto. Le prime competitrici per i posti in Europa ormai sono le solite: Napoli, Milan, Inter, Roma, Lazio, Atalanta e Juve in ordine di posizione attuale. Le nuove Sette Sorelle di questo ventennio, sono squadre che storicamente hanno sempre avuto i connotati da top club, o che piano piano stanno iniziando ad affermarsi come tali.

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Analizziamo insieme adesso come hanno fatto le suddetti squadre ad essere oggi arrivati a questo livello, e come si ridisegna la Serie A grazie a loro.

Le tre big del nord Italia

Capitolo unico per le tre squadre del settentrione. In Italia, la storia calcistica è stata praticamente inventata da Inter, Juventus e Milan. Top club di fama mondiale, hanno portato avanti i colori tricolori per decenni in Europa, collezionando campionati di Serie A più di qualsiasi altra squadra. Se sommiamo i titoli vinti da queste 3 compagini sono 61 scudetti ufficiali, 26 coppe nazionali e 21 Supercoppe nel Belpaese.

C’è da dire che la maggior parte di scudetti vinti siano quelli appartenenti alla Juventus, ma tutte e tre big del nord hanno dimostrato nel corso degli anni di essere il vertice assoluto della nostra Serie A. Nonostante retrocessioni, cambi societari e gestioni dell’organico non all’altezza, queste tre squadre riescono sempre a rialzarsi, trovando sempre il modo di dire la loro nel nostro campionato. Se non esistessero più Inter, Juve e Milan, probabilmente, non esisterebbe più il calcio come lo conosciamo oggi.

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La Lupa e l’Aquila di Roma

Se al nord Italia il monopolio del pallone è sempre stato cosa loro, dal centro al meridione il calcio ha avuto come padrone le squadre capitoline. Roma e Lazio sono l’esempio di come due squadre della stessa città vivano lo sport tutto l’anno, con una rivalità che non smette mai di esistere. Mentre a Milano la convivenza tra Inter e Milan è più tollerabile anche per le strade, a Roma non si smette mai di essere tifosi della Lupa o dei biancocelesti. Grazie alle prestazioni dei primissimi anni 2000 e non solo, la Serie A non può certo privarsi nemmeno di queste due squadre.

Dopo il cambio di società giallorosso, alla Roma è servito qualche anno per riassemblare il tutto. Anche se pure con la prima proprietà americana aveva raggiunto traguardi importanti, pare che ora stia tornando veramente di nuovo a splendere come un tempo. La Lazio invece si può dire che da quando l’abbia presa in mano Claudio Lotito abbia alzato notevolmente l’asticella. Da quando ha preso il comando della società nel 2004, non solo ha evitato il fallimento ai biancocelesti, ma nel corso del tempo ha confermato l’ottimo lavoro già svolto dal precedente patron Cragnotti. Insomma il titolo di big della Serie A spetta ad entrambi i club di diritto.

L’oro di Napoli

Ed ora arriviamo ora ad una squadra che questo grado lo ha ormai acquistato di recente sul campo. Perché se la storia delle tre big del nord e delle romane si basa su quasi un secolo di storia, non si può dire lo stesso del Napoli. I partenopei hanno costruito con sforzo e con fatica la loro identità calcistica, collezionando per la prima metà della loro esistenza apparizioni in metà classifica, o addirittura retrocessioni in B. La Serie A fino all’arrivo di Maradona non si era mai accorta della voglia di rivalsa napoletana.

Dopo Diego, ciò che resta agli azzurri è la consapevolezza di avere la voglia e la fame di dire la propria in Italia. Anche a seguito del fallimento societario nel 2004, i partenopei sono riusciti a scalare tutto l’organigramma del nostro paese, ripartendo addirittura dalla C1. Con De Laurentiis, in pochissimo tempo il Napoli ha iniziato ad affermarsi forse più della stessa Inter e del Milan nel secondo decennio del 2000, diventando la vera outsider del campionato italiano. Oggi non a caso è la capolista dell’attuale campionato di A, e sta annichilendo ogni squadra trovi sul proprio cammino. Gli azzurri sono la dimostrazione di chi se ci crede può superare ogni cosa.

Il sogno ad occhi aperti della Dea

Siamo all’ultima compagine, forse la più sorprendente ma solo per chi non ha seguito la Serie A negli ultimi 5 anni. Solo per quelle persone vedere l’Atalanta al vertice del campionato italiano può sembrare strano. Per noi no. Perché ormai siamo abituati a vedere la Dea esprimere forse il miglior gioco del Belpaese. Con il suo calcio totale, che si rifà molto a quello olandese, i bergamaschi hanno sorpreso e rivoluzionato le gerarchie della massima competizione nazionale.

I nerazzurri non sono mai stati un club da top posizionamento, anzi, in parecchie occasioni sono stati vicini alla retrocessione, certe volte addirittura senza evitarla. Il grado di big non è mai stato assegnato loro, perché non hai mai potuto competere in alcun modo contro le altre squadre che fanno da padrone in Italia. Ma la situazione oggi è completamente diversa, se non addirittura ribaltata. Con l’arrivo in panchina di Gasperini, la squadra ha trovato una sua identità, costruendo piano piano un organico sempre più competitivo. Il piazzamento in zona Champions e l’avanzamento continuo ai turni successivi del torneo certificano che ormai la Dea ha raggiunto anche lei il ruolo di big, e che non intende più giocare il ruolo di controfigura in Serie A.

Antonio Di Mita

Sono un pluriomicida di serie tv e film. Conoscitore mainstream di anime e manga, soffro gravemente di un'inguaribile passione calcistica e di sport in generale, con un fetish innato per la mitologia di qualsiasi etnia. Mi piace scoprire culture diverse dalla nostra, e scoprire filosofie distanti, anche attraverso.

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