Una fotografia allarmante sulla “salute formativa” dei nostri studenti emerge dall’indagine-triennale Pisa-Ocse che si occupa di vagliare le competenze dei giovani in età scolare per quanto concerne la lettura, la matematica e le scienze.
Al test hanno partecipato quest’anno 550 scuole per un totale di 11.785 studenti italiani: il punteggio ottenuto in lettura (476) ci pone come fanalino di coda tra i Paesi coinvolti nell’indagine, che per la prima volta ha preso in considerazione anche testi provenienti dal web per testare le competenze della generazione Z. Confermati i gap tra Nord e Sud, licei e istituti di formazione professionale e ragazzi e ragazze.
Per ciò che concerne la matematica, gli studenti italiani si collocano leggermente al di sopra della media Ocse (24 % contro 22%) ma sono le scienze la vera “cenerentola” del sistema scolastico nostrano: uno studente italiano su 4 non raggiunge un livello sufficiente mentre la media dei Paesi partecipanti all’indagine è di uno su cinque.
Dati preoccupanti emergono anche in materia di rapporti interni al gruppo classe: il 30% degli studenti dichiarano infatti che c’è bisogno di molto tempo prima che, con l’entrata di un prof in aula, la classe gli presti completamente attenzione.
Soglia dell’attenzione ridotta al minimo, irrequietezza e insicurezza, non solo tra i più deboli: persino il 60% degli studenti considerati “ad alto rendimento”, non sa se continuerà gli studi dopo le superiori.
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