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Arriva nelle ultime ore la richiesta di rimozione della statua dedicata ad Indro Montanelli e cambiare l’intitolazione dei giardini dedicati al giornalista. Ad avanzarla sono stati “I Sentinelli di Milano”, un’organizzazione antifascita che si batte per i diritti. La rivendicazione viene così motivata: “Fino alla fine dei suoi giorni Montanelli ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale”.
La statua infatti è “un’offesa alla città e ai suoi valori democratici”, hanno scritto i giovani antifascisti in una lettera indirizzata a Giuseppe Sala. Ma l’amministrazione milanese ha duramente respinto la proposta. Infatti per l’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, Riccardo De Corato, “è una vergogna, un attacco alla memoria di uno dei più grandi giornalisti italiani”. Per il capogruppo della Lega al Comune di Milano e parlamentare, Alessandro Morelli, si tratta invece di un gesto atto alla “cancellazione della storia scomoda“.
La proposta ha diviso i consiglieri milanesi, alcuni esponenti del partito democratico infatti si sono dichiarati favorevoli ad accoglierla. Ma il capogruppo del partito, Filippo Barberis, ha spiegato di essere “molto lontano culturalmente da questi tentativi di moralizzazione della storia e della memoria. Indro Montanelli ha commesso un grave errore ma questi sono atteggiamenti di censura più che di riflessione e sono lontanissimi dalla sensibilità di Milano“.
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