In occasione della celebrazione del Rosh Hashana, il Capodanno ebraico, il premier Netanyahu annuncia un secondo lockdown per Israele. Sarà così il primo paese nel mondo ad imporre per la seconda volta una chiusura totale. La decisione del primo ministro israeliano è volta a contenere l’aumento dei contagi. I casi infatti hanno superato i 4000 per due giorni di fila, i morti invece sono oltre 500, più della metà da agosto in avanti.
Scuole e attività commerciali dunque dal 18 settembre dovranno restare chiusi, solo supermercati e farmacie continueranno a prestare servizio. I ristoranti possono restare aperti per il take-away, mentre gli spostamenti sono limitati a 500 metri dall’abitazione. Il blocco totale per due settimane, coincide con le festività più importanti nel calendario ebraico, fino a Yom Kippur. La decisione sarà convalidata dal governo domenica. Queste misure rientrano nella prima fase a cui dovranno poi seguire altre due, ma se si avrà l’effetto sperato le restrizioni saranno allentate in maniera graduale.
La gestione dell’emergenza Covid-19 è stata a lungo criticata. A maggio il governo sembrava avere la situazione sotto controllo, i nuovi casi infatti erano scesi a zero. Tutto è stato vanificato per da una riapertura disordinata e affrettata.
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