Roma, James Pallotta risponde alle dichiarazioni di Monchi

Attraverso un comunicato ufficiale, il Presidente della Roma James Pallotta ha risposto alle dichiarazioni dell’ex direttore sportivo giallorosso

Botta e risposta tra Monchi e James Pallotta. Durante la sua presentazione a Siviglia, dove è ritornato a svolgere il ruolo di Ds, Monchi aveva spiegato il suo addio alla Roma con parole dure nei confronti della proprietà giallorossa: “Ho capito che l’idea della proprietà era diversa dalla mia. Per il presidente era meglio andare a destra, per me a sinistra, era inutile continuare cosi”.

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Nel pomeriggio è arrivata la dura replica del numero 1 giallorosso, direttamente da Boston, tramite un comunicato ufficiale: “Sono rimasto un po’ sorpreso nel leggere le dichiarazioni di Monchi in conferenza stampa, in cui ha dichiarato che volevamo intraprendere strade diverse Mi fa piacere sapere che Monchi non avrebbe mai voluto fallire a Roma, ma voglio fare chiarezza su alcune cose. Fin dal primo momento, sono stato molto chiaro sulla direzione che dovevamo intraprendere ed è questo il motivo per cui abbiamo speso tanti soldi per portare Monchi da noi.

Ho da subito detto che avrei voluto allenatori di primo livello, preparatori di primo livello, staff medico di primo livello, addetti allo scouting di primo livello, assieme a un’organizzazione calcistica di primo livello. Ho consegnato a Monchi le chiavi per dar vita a tutto questo. Gli ho dato il pieno controllo per ingaggiare l’allenatore che voleva, per assumere i collaboratori tecnici e i preparatori, per gestire lo scouting e per acquistare i giocatori che preferiva. Guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non abbia funzionato.

A novembre, quando la nostra stagione stava andando di male in peggio e tutti notavano come l’allenatore stesse faticando a ottenere una reazione dai calciatori, chiesi a Monchi un piano B da attuare nel caso in cui le cose fossero ulteriormente peggiorate. Pur essendo lui l’unico responsabile della parte sportiva alla Roma, non aveva un piano B. Questo accadeva a novembre: mi spiegò che il suo piano B era continuare con la stessa strategia, quella del piano A.

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Quindi, quando leggo o ascolto certe interviste radiofoniche, in cui sostiene che la proprietà stesse intraprendendo una direzione diversa dalla sua e che questo è il motivo per cui se n’è andato, mi chiedo: cosa avrebbe voluto fare Monchi di differente? Mi ha chiesto di fidarsi di lui e di lasciarlo fare a modo suo. Gli abbiamo dato il pieno controllo e ora abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non riuscire a finire tra le prime tre per la prima volta dal 2014“.

Silvio Salimbene

Silvio Salimbene, 25 anni, laureato in scienze della comunicazione, indirizzo Editoria. Appassionato di calcio, tennis ed Nba.

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