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Jobs act, via libera ai decreti attuativi

Il governo ha approvato in via definitiva due decreti attuativi del jobs act: tra le novità abbiamo il riordino della Cig e  l’aumento del congedo parentale. Dal 2016 addio ai co.co.pro

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Il Consiglio dei ministri concede il via libera definitivo a due decreti delega del jobs act che avevano già svolto il proprio iter parlamentare ed entreranno subito in vigore. Altri quattro decreti sono stati approvati in via preliminare.  Il Ministro del lavoro, Giuliano Poletti, ha annunciato le novità. Tra queste il riordino degli ammortizzatori sociali con la stretta per la cassa integrazione, la cui durata massima viene fissata a 24 mesi, tetto che può salire a 36 mesi se abbinata ai contratti di solidarietà. “Si prevede – ha dichiarato Poletti –  la cosiddetta norma bonus malus: la riduzione del 10 per cento dell’importo del contributo fisso alle imprese è stato sostituito da un contributo addizionale crescente in ragione alla durata dello strumento per disincentivare usi non coerenti”.

jobs act, approvati due decreti

Novità sul congedo parentale con l’estensione da 3 a 6 anni e da 8 a 12 anni di età del bambino dell’arco temporale in cui i genitori possono beneficiare di quello retribuito al 30% e di quello non retribuito, la cui durata resta di 6 mesi. Inoltre si riduce da quindici a cinque giorni il periodo di preavviso al datore di lavoro. Prevista anche la possibilità di ‘trasformare’ il congedo parentale in part-time al 50%.

“É stata istituita l’Agenzia dell’ ispettorato del lavoro” ha dichiarato Poletti. Il nuovo organismo integrerà i servizi ispettivi di ministero del Lavoro, Inps e Inail. Si razionalizzerà la rete presente sul territorio e ciò determinerà anche dei movimenti a livello di personale. L’operazione dovrebbe anche portare a dei risparmi in termini di spesa pubblica.

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Poletti ha anche confermato che la durata della Naspi, il nuovo assegno di disoccupazione introdotto con il Jobs act, sarà strutturalmente di due anni: il riordino degli ammortizzatori sociali e gli interventi di politiche attive producono “una disponibilità di risorse che portano a stabilizzare a 24 mesi la Naspi”, ha spiegato.

Per quanto riguarda il  riordino delle forme contrattuali si prevede il superamento dei contratti di collaborazione a progetto dal 2016 e dell’associazione in partecipazione. Si punta sul lavoro subordinato, che viene esteso anche alle attuali collaborazioni che però sono “esclusivamente personali”, continuative e che vedono l’organizzazione diretta del tempo e dei luoghi di lavoro.

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Redazione ZON

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