Judy, la recensione di Zon.it senza spoiler

Film che narra gli ultimi mesi della vita della scomparsa Judy Garland, Judy è disponibile nelle sale italiane dal 30 gennaio 2020, con Renée Zellweger protagonista e candidata agli Oscar

Il cinema che parla, omaggia e denuncia il mondo del cinema. Un classico metanarrativo che da sempre ha aumentato il fascino della Settima Arte. Con Judy, film che narra gli ultimi mesi della vita di Judy Garland, ci troviamo di fronte a una storia agrodolce, ricca di malinconia e con diversi spunti di riflessione.

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Non è un semplice bio-pic

Diretto da Rupert Goold, si potrebbe pensare che Judy sia il classico bio-pic su un personaggio di dominio pubblico, sviscerato e diviso tra quello che è il personaggio esterno e la persona interna. Ma Judy riesce ad andare oltre, sbattendoci in faccia fin dalla prima sequenza una critica allo star-system (il tutto ricorda molto Eva contro Eva) che tocca anche le star con ancora tutta una vita davanti.

Judy Garland, infatti, è la nota attrice che nel 1939 interpretò la Dorothy nel film Il Mago di Oz, una delle pellicole più importanti della storia del cinema. Un ruolo cucitole addosso, i cui bottoni si dimostreranno indistruttibili, lasciando segni sulla pelle indelebili fino a diventare cicatrici eterne. Perché Judy non riuscirà a essere null’altro se non una donna per lo spettacolo. Esibizione dopo esibizione, canzone dopo canzone, per mantenersi da vivere e soprattutto per lasciare un futuro ai propri figli.

Perché Judy non riuscirà a essere neppure una madre, perché quell’ora al giorno in cui è ballerina e cantante condizionerà tutta la sua vita e tutto ciò che le circonda. Un messaggio forte, drammatico, significativo, che questo film ci lascia per riflettere e non dimenticare una delle donne più apprezzate da Hollywood e non solo.

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I difetti di Judy

Peccato però che in alcuni casi il film non riesca a ottenere ritmo, scivolando in una trama piatta e poco farcita di dettagli e curiosità. Renée Zellweger riesce, d’altronde, a sorreggere più di 120′ con una prestazione mastodontica, sofferta, trascendentale. Non a caso è infatti la favorita per la statuetta come Miglior Attrice Protagonista nella cerimonia degli Oscar che si terrà stanotte (domenica 9 e lunedì 10 febbraio 2020). Una vittoria che risulterebbe più che meritata e che, stando ai bookmaker, sembra quasi scontata.

Proprio grazie a Renèe Zellweger, la pellicola riesce a lasciare il segno. Perché nonostante in molti frangenti il film appaia poco ispirato e fin troppo ripetitivo, la performance della sua protagonista riesce a prevalere su ogni altro aspetto, regalandoci una delle migliori interpretazioni artistiche degli ultimi anni. Il tutto tramontando in un sempre eterno e bellissimo brano: Over the Rainbow.

Redazione ZON

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