La Bella e la Bestia, amare ciò che non appare

«Con il passare degli anni il principe cadde in preda allo sconforto e perse ogni speranza … chi avrebbe mai potuto amare una bestia?». La Bella e la Bestia, il classico omaggio alla diversità

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Dalla fiaba di Jeanne-Marie Leprince de Beaumontnel 1991 nasce il film d’animazione La Bella e la Bestia, capolavoro che unisce grandi e piccoli verso il coronamento della felicità, non materiale, ma introspettiva.

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Candidato a cinque nomination, La Bella e la Bestia vinse due Oscar, Migliore colonna sonora e Migliore canzone (Beauty and the Beast), cantata da Céline Dion e Peabo Bryson nel duetto finale; tre Golden Globe come Miglior film commedia/musicale, colonna sonora e canzone originale.

La Bella e la Bestia

Il principe Adam vive in Francia, in un lussuoso castello circondato da una numerosa servitù. Egoista, prepotente e insensibile, una sera rifiuta di aiutare un’anziana mendicante; questa sua brutale reazione lo rende vittima di una maledizione. Trasformato in bestia, la sua vita rimane appesa ad una rosa magica; il significato della rosa de La Bella e La Bestia è che ogni petalo che cade scandisce la fine dei suoi giorni, e solo l’amore vero, trovato prima dell’ultimo petalo, potrà riportarlo alla sua condizione originale. L’amore, però, deve maturare dentro il suo cuore arido, per esprimersi nell’altro.

La Bella e la Bestia è un film di profonda poesia, ma anche moderno rispetto ai Classici: Belle, che per salvare suo padre, accetta la vita nel castello della Bestia per sempre, si diversifica dalla principessa Disney finora disegnata e animata, la quale tra idealismo e concretezza, conquista l’amore per la Bestia come una scoperta in fieri. 

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L’amore non è il sentimento astratto, l’idea di felicità che colora i sogni di Biancaneve o Cenerentola, per Belle l’amore è un percorso di crescita e conoscenza. Prima di prendere consapevolezza del sentimento che nutre per la Bestia, la fanciulla lotta con il carattere scontroso, difficile e violento del padrone del castello, in cui si sente inizialmente in trappola.

Belle però, è l’unica a non provare paura della Bestia, anzi, riesce anche ad affrontarlo e a levigare quella sensibilità tenuta nascosta, sottomessa alla ricchezza e al vizio, che aspetta la scintilla per tornare in superficie.

Il sentimento dell’amore, in La Bella e la Bestia, prende forma stando insieme; per la prima volta nasce attraverso la condivisione, ed è nel trascorrere il tempo in due che si avverte il bisogno di scoprire e assorbire l’altro. L’amore s’insegna, s’impara ad amare. Ed è questo il segreto del successo del film. La non banalità della storia non è solo nei personaggi, ma nel ritrovarsi finalmente in un castello, quello sempre ambito dalle principesse e solo immaginato, questa volta è esplorato, vissuto.

Cosa vuole insegnare la Disney con la favola della bella che ama la bestia?

Ormai sappiamo, dall’esperienza maturata con le precedenti figure raccontate, che la forza del successo è nella capacità interiore di restare incontaminati; la vita premia chi sa aspettare, chi si sacrifica per l’altro, chi riconosce i valori come le basi del futuro. La Disney è stato un educatore, nonostante le critiche per la sua capacità manipolatoria e unilaterale, eppure qualcosa ha lasciato alle generazione passate e continua, ancora oggi, a emozionare. 

La Bella e la Bestia, un film che dimostra una grande capacità creativa e fantastica; penso alla resa indimenticabile della servitù come dei personaggi con personalità a tutto tondo, alle musiche e alla coreografie straordinarie e dinamiche, la caratterizzazione psicologica della Bestia e della fanciulla. Questi, non sono elementi scontati. 

Alla fine della convivenza, forzata, l’uno cede parte di sé all’altro ed è nella capacità di concedersi, di avvicinarsi e di completarsi, che la favola dell’amore diventa esperienza concreta, sebbene sia la magia alla fine a trionfare. Sembra quasi mancare l’aspetto della Bestia, quello sguardo che esprime dolcezza dentro quel corpo animalesco. In questo conflitto tra dentro e fuori, Belle è il collante perfetto. Una fanciulla strana, con una sensibilità “alterata”, in grado di contemplare l’immagine di grazia che anche la bestia di fronte a lei può evocare. 

Amante della lettura, Belle è la prima principessa di origine popolare che s’innalza attraverso lo studio, la scoperta e la curiosità. Vorace di libri, impara a conoscere il mondo interiorizzando ciò che gli altri vedono, alimentando una sensibilità variegata e stratificata. Non basta il sacrificio, il lavoro, la bellezza interiore … in La Bella e la Bestia l’animo si può allenare, non è una dimensione già conclusa, ma mutevole e vitale, ama ciò che non si vede perché “abituata” a sentire, più che a soffermare uno sguardo pigro sull’altra persona. 

La Bella e la Bestia, trionfo della diversità, omaggia la persona nella sua totalità; l’amore è un ballo in cui s’incontrano respiri e sguardi, si esprime solo attraverso l’altro, colui capace di vedere ciò che non appare. 

L’amore non sta nell’altro, ma dentro noi stessi. Siamo noi che lo risvegliamo. Ma, perché questo accada, abbiamo bisogno dell’altro. L’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni(Paulo Coelho). [ads2]
Annarita Cavaliere

Laureata in D.A.M.S presso l'Università di Udine, giornalista pubblicista, curo da un anno la rubrica ZONmovie con un bel gruppo di collaboratori. Cerchiamo di seguire gli interessi dei lettori, ma allo stesso modo vogliamo garantire i contenuti, sempre ben argomentati e fondati rispetto a ciò di cui parliamo. Analizziamo la rubrica in relazione all'arte, all'animazione americana e seguiamo le migliori serieTv e, con speciali dedicati, offriamo retrospettive sulle serie più attese. Inoltre, anche la nuovissima rubrica "Dal libro allo schermo" garantisce una pluralità di contenuti. Non solo. ZONmovie propone anche una sezione dedicata alla WebSerie, con appuntamenti settimanali.

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