9 Settembre 2015 - 12:33

La riforma canonica di Papa Francesco

papa francesco

Procedure meno costose per i nubendi, responsabilità esclusiva del vescovo diocesano a pronunciare la sentenza: questi i punti fondamentali della riforma del diritto canonico varata da Papa Francesco

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È di poche ore fa la notizia, che ha finalmente dato un volto alla riforma auspicata dal Sommo Pontefice. Papa Francesco, aveva infatti, più volte nel corso dei mesi scorsi, espresso la volontà di rendere più snelli e agevoli i procedimenti per i coniugi che avessero richiesto l’annullamento delle nozze. Una piccola risposta al problema del divieto di ricevere i sacramenti da parte dei divorziati sposati.

La riforma trae la sua legittimazione e contenuto dalle lettere “motu proprio” del Pontefice: “Mitis Iudex Dominus Iesus“, riguardante il codice di diritto canonico e “Mitis et misericors Iesus“, relativa al codice dei canoni delle Chiese orientali. Di rilievo e non di poco conto la gratuità della nuova procedura rispetto alle vecchie modalità molto dispendiose per i richiedenti.  A cui si aggiunge la celerità dell’iter procedimentale, affidato direttamente al vescovo diocesano del quale si ribadisce la competenza giurisdizionale. Possibile, inoltre, il ricorso in terzo grado per «nuove e gravi prove o argomenti» che dovranno essere prodotti entro trenta giorni, e la sentenza che dovesse stabilire la nullità diventerà immediatamente esecutiva al trascorrere del termine per l’appello o se questo sia infondato e meramente dilatorio. Condizione di procedibilità, infine, sarà l’accertare che il matrimonio sia “irreparabilmente fallito e sia impossibile ristabilire la convivenza coniugale“.

E se fino a oggi, il tribunale ecclesiastico poteva sciogliere i coniugi dai reciproci diritti e doveri, e riconoscere ex post la sussistenza di una causa di nullità dichiarando che il matrimonio non era mai stato realmente celebrato, in presenza di vizi del consenso, difetto di forma canonica e impedimenti dirimenti, a questo elenco sarà presto possibile aggiungerne altri.

Si tratta della mancanza di fede, della brevità della convivenza coniugale, del procurato aborto o l’occultamento doloso della sterilità

Una novità importante è in arrivo anche per i matrimoni misti, in cui uno dei coniugi sia cattolico e l’altro ortodosso, che non dovranno più attendere la duplice conformità del giudicato.

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