6 Febbraio 2021 - 12:33

La scommessa di Draghi-Grillo, Conte: il pomo della discordia

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Si apre il dialogo tra Draghi e Grillo per il nuovo governo. Gli ostacoli restano tanti e per Conte le acque non sembrano calmarsi

Si apre il dialogo tra Mario Draghi e Beppe Grillo, complici di una scommessa non proprio semplice da vincere. Nelle ultime ore arriva la conferma di un dialogo in corso d’opera tra il professore Draghi e il volto dei grillini Beppe Grillo, con l’obiettivo di convincere i grillini più restii a votare la fiducia al nuovo governo. Eppure gli ostacoli non sembrano finire, anzi sembrerebbero convogliare su un unico grande punto oscuro: la posizione di Giuseppe Conte.

Tra i più restii rimangono i grillini di casa Rousseau, capitanati da Davide Casaleggio. L’incertezza ha a dir poco spiazzato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che già immaginava un fronte unito e che di Draghi ha un’opinione che non lascia spazio a dubbi: “Draghi ha un profilo prestigioso. Abbiamo detto che lo ascolteremo. E lo faremo partendo dai temi“. Un dovere, più che una scelta, secondo Di Maio, quella di appoggiare il nuovo governo, considerata la criticità dell’attuale situazione: ‘Ho chiesto maturità e responsabilità istituzionale perché lo dobbiamo al Capo dello Stato ma soprattutto al Paese, che sta vivendo uno dei momenti più drammatici della sua storia recente‘.

Conte: il pomo della discordia

Il risveglio è stato però, amaro per chi già immaginava una conclusione, un fronte unito e compatto di fronte l’incertezza politica. Eppure, non tutto va come ci si aspetta e a far discutere continua ad essere un unico grande interrogativo: Giuseppe Conte, il pomo della discordia di questo 2021. Tempi duri per Conte che continua a dividere i più. Attualmente candidatosi come leader federatore di una nuova alleanza, insieme a M5S, PD e Liberi e Uguali, per Conte gli scenari ipotizzati sono essenzialmente tre.

Da un lato, la possibilità di ritornare a ricoprire i panni di professore di diritto a Firenze. Dall’altro, come confermato dal Corriere della Sera, la possibilità avanzata dal Partito Democratico, di una candidatura a sindaco di Roma. Quest’ultima possibilità potrebbe però, inghiottirlo in un sol boccone, dovendosi scontrare con la ferocia di Virginia Raggi, nonostante potrebbe conquistare la maggioranza dei voti dei grillini. In ultima ipotesi, il M5S spinge per l’entrata di Conte nel ministero degli Esteri.

Proprio quest’ultima ipotesi potrebbe però, portare a una rimostranza da parte del Centrodestra che proprio non ne vuole sapere di avere nuovamente a che fare con Conte al governo.

Fronti uniti, fronti disgiunti

Tra gli ostacoli rimane intatto il fronte indeciso degli eletti grillini, che sembra ancora lontano dall’offrire un appoggio assoluto al nuovo governo Draghi. Secondo alcune stime ben 85 su 92 si sarebbero detti contrari al nuovo governo. Arriva, invece, l’appoggio di Italia Viva, Forza Italia e PD, mentre resta sul no Giorgia Meloni: “Non voteremo per il governo, poi il tipo di opposizione dipenderà dal quadro generale, dalla squadra, dal programma, dalla discontinuità con il governo precedente“. Forza Italia si espone, invece, a favore e lo fa in una telefonata tra Silvio Berlusconi e il premier incaricato. Per il momento il PS lascia da parte l’antagonismo anti-Salviniano, in attesa forse, che le acque si calmino.

Gli appuntamenti

Nel frattempo per lunedì si prevede l’incontro con tra il presidente incaricato e le parti sociali, per poi subito dopo immergersi in una seconda tranche di incontri con i partiti. Eppure lo scenario, per quanto caotico, sembra prendere forma, con una maggioranza più allargata che permetterebbe di prendere un po’ di tempo per decidere il da farsi.

Il modello Ciampi

Il nuovo governo Draghi prende ispirazione dal modello Ciampi, con l’obiettivo di creare una squadra compatta tra tecnici e politici. Per i nomi bisognerà attendere, ma non sarà di certo una missione facile, dovendo trovare una linea comune tra le diverse forze politiche che di compattezza e condivisione di principi sembrano non volerne sapere. La verità rimane una ed è quella che individua nella possibilità del nuovo governo, l’occasione concreta di poter dettare delle condizioni e di poterne una volta per tutte approfittare.