Hans Christian Andersen nel 1837 scrisse la fiaba intitolata La Sirenetta. Forse non sapeva che un secolo e mezzo dopo, quella fiaba avrebbe rappresentato una delle più grandi svolte all’interno del cinema d’animazione.
Gli anni ’70 non furono generosi nei confronti della Disney. Dopo la morte di Walt, infatti, lo studio entrò in una crisi artistica e commerciale. Né pubblico né critica elogiavano la casa di produzione che per prima aveva portato il cartone animato sul grande schermo. Ad influire fu sicuramente la perdita di molti artisti professionisti del settore, ma più di ogni altra cosa sembrava che la Disney avesse perso la sua più grande peculiarità: trasformare i sogni in realtà attraverso i suoi film.
È per questo che per tornare in superficie la Disney aveva bisogno di rispolverare gli elementi che la resero famosa fin dagli albori di Biancaneve e i Sette Nani.
RECENSIONE DI ZONMOVIE – BIANCANEVE E I SETTE NANI
Una fiaba, il racconto di un sogno che diventa realtà, accompagnato da personaggi indimenticabili e un comparto musicale che coinvolgesse pubblico di tutte le età. La Sirenetta riprende in mano tutti questi fondamentali elementi e li rinnova. Era il 1989 quando iniziava il Rinascimento Disney.
Va analizzato innanzitutto il comparto artistico di questo film: l’animazione compie passi in avanti attraverso un utilizzo di luci e ombre che aumenta la fluidità dei personaggi e dei movimenti. Uno sfondo marino fa da cornice in una storia ricca di crostacei, sirene e tritoni. Se oggi recarsi in sala e trovarsi dinanzi un film animato ambientato nell’oceano è diventato piuttosto frequente, la causa è il successo di film come La Sirenetta.
Tornano in gran forma e in gran stile le canzoni. Originali, divertenti, numerose ma mai invasive o inopportune. Arricchiscono le trama e caratterizzano ulteriormente i personaggi e soprattutto le loro motivazioni. Altro aspetto lodevole è l’escalation che ogni canzone cavalca, iniziando lentamente ed esplodendo nel ritmo sul gran finali corali ed emotivi.
La Sirenetta si discosta dalle figure femminili già viste in precedenza come Cenerentola o La Bella Addormentata del Bosco. Ariel pone la sua esistenza attraverso i suoi sogni e le sue ambizioni: è grazie alla sua ribellione e al suo desiderio di vivere tra gli umani – desiderio dettato da una semplice curiosità – che la trama naviga sulle onde del successo.
Ad accompagnarla una successione di personaggi ben delineati, partendo dal padre e arrivando al villain Ursula, senza dimenticare una spalla comica come Sebastian, a metà da una coscienza alla Grillo Parlante e macchietta umoristica.
Ciò che oggi conosciamo dell’animazione è possibile vederlo nascere ne La Sirenetta. Il ruolo delle melodie, la determinazione dei personaggi, il pathos narrativo e la ricchezza dei rapporti e dei sentimenti che smuovono gli eventi.
Il successo del film portò la Disney a tornare con entusiasmo e alti budget per i cartoni animati destinati al grande schermo, portando lo studio a un vero e proprio Rinascimento. Un Rinascimento che ha segnato intere generazioni.
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