I Los Angeles Lakers sono campioni Nba. Per i gialloviola è stata un’attesa di 10 anni, terminata durante una domenica sera di ottobre, in un’arena di gioco priva del calore del pubblico, ma stracolma della determinazione dei giocatori in campo.
E’ stata una serie difficile, contro una squadra, gli Heat, che nonostante gli infortuni, l’inferiorità in panchina e le difficoltà in campo, non si è mai arresa, mostrando una determinazione che ha conquistato gli appassionati del basket a stelle e strisce.
Hanno lottato fino alla fine, da Butler, sempre in campo per sei gare, da Adebayo, in campo nonostante un infortunio al collo, fino a Dragic, che nonostante l’infortunio al piede e il parere dei medici è sceso in campo nell’ultima partita per dare una mano ai suoi.
Ma alla fine, come accade quasi in ogni occasione, hanno vinto i più forti. I Lakers, guidati dal micidiale duo James-Davis, che a tratti ha ricordato la coppia Kobe-Shaq, capace di vincere tre anelli consecutivi in gialloviola. E’ la vittoria di James, al suo 4° titolo Nba, e nominato Mvp delle Finals, il primo a riuscirci con tre maglie diverse.
E’ la vittoria di Davis, che alle sue prime Finals ha dimostrato di essere uno dei cinque giocatori più forti della Lega. Ma è la vittoria anche delle seconde linee, Caruso e Caldwell-Pope su tutti, che hanno dimostrato che con il duro lavoro si può raggiungere qualsiasi risultato.
E’ il grande riscatto di Rondo e Howard, che si sono messi alle spalle i momenti difficili degli ultimi anni, aiutando Lebron e compagni a raggiungere il titolo. Ma i meriti vanno anche ai dirigenti, alla proprietaria Janie Buss, che ha dovuto ricostruire dal nulla una franchigia sprofondata negli abissi della Nba.
Grandi meriti anche per il General Manager Pelinka, capace di portare in due anni prima Lebron, e poi Davis, in una trade che ha portato tre giocatori Lakers a New Orleans. Inoltre, tutti, dalla proprietaria ai giocatori, hanno lottato per Kobe Bryant, a cui hanno dedicato la vittoria.
Oltre ai Lakers, in tempi di pandemia, un applauso va fatto anche alla Nba. La Lega si è dimostrata una macchina organizzativa infallibile, permettendo di concludere una stagione che sembrava prossima alla chiusura.
Mentre in Italia politici, Asl, Presidenti, Virologi e Lega Calcio litigano sul protocollo da applicare per non far bloccare la stagione, l’Nba è stata capace, in un paese che fino a poche settimane fa contava oltre centomila contagi e duemila morti al giorno, di creare una bolla perfettamente organizzata per far sentire al sicuro i giocatori.
In tre mesi, la bolla di Orlando ha registrato zero casi di Coronavirus, riuscendo a concludere come da programma una stagione durata oltre un anno. Adesso un meritato riposo per tutti, prima della prossima palla a due di gennaio.
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