7 Marzo 2020 - 16:29

La legge per il riutilizzo dei beni confiscati alla mafia compie 24 anni

Ministero della Giustizia mafia Nordio

Il 7 marzo del 1996 un milione di italiani chiedevano al Parlamento l’approvazione della legge per il riutilizzo dei beni confiscati alla mafia

Ventiquattro anni fa veniva approvata la legge 109 per il riutilizzo dei beni confiscati alla mafia. Il 7 marzo del 1996 don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione “Libera”, consegnava al presidente della Camera un milione di firme per il riuso dei beni confiscati ai boss.

Il riuso pubblico e sociale dei beni confiscati consente di collegare la visione di legalità al rilancio del territorio. Molte volte infatti i progetti che riconvertono i beni sottratti alla criminalità organizzata creano nuove possibilità di lavoro tra i giovani. Riconvertire i beni simbolo di famiglie mafiose significa inoltre portare messaggi di speranza in luoghi che sono ormai esposti al pericolo mafioso. Ad oggi i soggetti che si fanno carico della gestione di tali beni sono associazioni di diverse tipologie, cooperative sociali e organizzazioni del terzo settore. Dalla ricerca “Beneitalia” condotta da Libera sono finora 777 i soggetti impegnati nella gestione di beni immobili confiscati alla mafia.

La legge 109 del 1996 rappresenta la più ampia conclusione della legge Rognoni-La Torre. Quest’ultima norma approvata nel 1982 che introduceva nel codice penale non solo il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso ma anche i sequestri e le confische per i condannati. Ventiquattro anni fa l’approvazione della legge significò un’enorme vittoria per la legalità