A breve avrebbe compiuto un anno. Non stiamo parlando di un bambino, ma di un vero e proprio partito politico. Per Liberi E Uguali la fine è arrivata. La formazione politica fondata da Laura Boldrini e guidata dall’ex presidente del Senato Piero Grasso si è ufficialmente sciolta.
L’obiettivo preposto è stato troppo arduo da raggiungere, fin dall’inizio. Raccogliere in un unico partito le anime progressiste che erano state deluse dal PD e da Matteo Renzi (e con esse i loro elettori) è sempre stato di difficile realizzazione. Colpa di una sinistra che, ancora una volta, si dimostra poco compatta dal punto di vista degli ideali (se esistono ancora) e che vive di troppe contraddizioni al suo interno.
Liberi E Uguali era stato fondato per dare spazio a quelle anime non renziane, che volevano avere spazio per dare il proprio contributo politico e rifondare la sinistra per l’ennesima volta. E, per l’ennesima volta, la stessa sinistra si è dimostrata incapace di mettere d’accordo le varie anime al suo interno.
Troppi galli in un pollaio non vanno d’accordo. Voci di rottura si susseguivano già da tempo. Tant’è che qualche giorno fa il deputato di LEU Roberto Speranza aveva dichiarato che solo un Congresso avrebbe potuto salvare il movimento.
Speranza aveva detto: “Basta ai pochi capi che decidono sulla testa degli altri.”
Parole che fanno capire effettivamente quanto, all’interno del partito, la divisione dei compiti non fosse equa.
E con le prime porte in faccia in molti abbandonarono il partito. Il primo a lasciare fu Pippo Civati. Anche Laura Boldrini, poco dopo la riconferma in Parlamento, ha iniziato ad allontanarsi dal partito e di recente ha annunciato la formazione di una lista progressista e europeista.
Ora non è facile capire quali prospettive, effettivamente, la sinistra potrà dare, in termini di coalizione e di ideali. Laura Boldrini, poco dopo la riconferma in Parlamento, ha iniziato ad allontanarsi da Liberi E Uguali e di recente ha annunciato la formazione di una lista progressista e europeista.
Dunque, come vero e proprio baluardo era rimasto solo Pietro Grasso, a guardia di un forte che non ha mai avuto vere basi solide. Le soluzioni ora restano due, e sono molto semplici.
C’è la possibilità di rientrare nel PD e dar manforte ad un partito che Renzi sta ulteriormente rovinando. Questa ipotesi, però, si concretizzerebbe in maniera effettiva solo se Nicola Zingaretti, uomo di fiducia degli altri partiti progressisti, ne divenisse Segretario.
Quest’idea, d’altro canto, riesce a far rabbrividire Sinistra Italiana. Il piano di quest’ultima, infatti, sarebbe quello di puntare ad una mega coalizione, che comprenda anche la sinistra effettiva e che guarda a De Magistris.
La formazione di un fronte collettivo ed unitario, con una guida come il sindaco di Napoli, potrebbe effettivamente far ravvivare la sinistra. E potrebbe dargli nuova linfa vitale.
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