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Lo strano caso di Abdelmajid Touil

Abdelmajid Touil e l’attentato al museo Bardo di Tunisi: scambio di persona o coinvolgimento diretto?

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Nell’intricato sistema italico sempre più spesso accadono cose che mettono in seria difficoltà l’intera comunità internazionale.

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Infatti, dopo il tanto discusso caso Ablyazov (che ha fatto balzare sulla sedia i più per le modalità in cui si è svolta l’intera operazione), accade che il 20 maggio 2015, Abdelmajid Touil, un giovane di origine marocchina, viene arrestato con l’accusa di terrorismo internazionale.

Il ventiduenne, in base al mandato di cattura internazionale emanato per volontà delle autorità tunisine, avrebbe avuto un ruolo indiretto nell’organizzazione dell’attentato al museo Bardo di Tunisi in cui sono morte 23 persone.

Una notizia del genere in piena campagna elettorale non poteva non scatenare le ire, in una complessa struttura come la nostra, dei “giustizialisti” di turno che, tra una visita dallo “psicanalista” e una guerra santa contro il mondo islamico, hanno immediatamente condannato Touil senza alcun tipo di prova certa (alla faccia del giustizialismo).

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Ma è proprio in questo momento che cominciano a sorgere i primi interrogativi sul vero coinvolgimento di Touil: la Procura di Milano, titolare dell’inchiesta, portando avanti le indagini ha scoperto una serie di indizi che sembrano scagionare totalmente il marocchino.

Uno dei primi dubbi sorti fra i pm milanesi è quello inerente gli spostamenti avvenuti tra il febbraio e il maggio 2015 (mese dell’arresto).

Touil sbarca in Italia il 17 febbario su un “barcone” con altri 90 migranti a bordo; dopo l’identificazione (e l’ “intimazione” di lasciare il paese) si suppone che il giovane sia tornato in Tunisia e abbia preso parte all’attentato del 18 marzo per poi tornare in Italia.

Questo andirivieni, però, non sembra del tutto naturale, anche perchè si registra una denuncia di smarrimento del passaporto da parte della madre il 14 aprile.

Il dato è rafforzato anche da un ulteriore punto rappresentato dal registro della scuola di italiano di Trezzano sul Naviglio(Milano) che attesta la presenza del giovane i giorni 16-17-19 marzo, facendo cadere, di fatto, l’ipotesi di “viaggio” Italia – Tunisia e ritorno.

A dare ulteriore manforte all’ipotesi di permanenza in Italia durante i giorni dell’attentato sono anche le testimonianze di alcuni vicini di casa e degli insegnanti dell’istituto di italiano secondo cui si tratta di uno scambio di persona, dato che ricordano la presenza del ragazzo durante i giorni di marzo a Gaggiano (Milano).

La foto segnaletica con Abdelmajid Touil e il suo alter – ego tunisino

Ultima e decisa prova è la foto segnaletica: la differenza fra l’identikit presentato dai media tunisini e il ventiduenne è abissale.

Da un lato, pur essendo una fotografia in bianco e nero e abbastanza sgranata, si scorge un uomo sulla quarantina con pizzetto e capelli folti neri mentre dall’altro il giovane marocchino.

I due volti, almeno in apparenza, sono totalmente diversi e non si individuano effettivi elementi di somiglianza fra i due soggetti.

A tutto ciò si deve aggiungere anche l’assenza di materiale accusatorio da parte delle autorità tunisine che giustificherebbe l’effettivo coinvolgimento di Touil nell’attentato.

Abdelmajid Touil, che attualmente si trova in isolamento al sesto raggio del carcere di San Vittore, continua a dichiararsi innocente in attesa del giudizio della Corte d’Appello.

Nonostante la presenza di prove che scagionano il ventiduenne marocchino, la “comune morale” continua a condannare il giovane senza considerare i lati oscuri e la “presunzione di innocenza” questa volta è del tutto ignorata.

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Redazione ZON

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