McKennie, un texano a Torino: scopriamo il giovane voluto dalla Juventus

La Juventus sta per chiudere la trattativa per McKennie. Il profilo del centrocampista statunitense: dinamismo, personalità e voglia di crescere

Partiamo dal presupposto che acquisti di questo tipo sono un azzardo che fanno bene alle società: soprattutto nel caso di Weston McKennie, che sarà prelevato dallo Schalke 04 con un prestito di 3 milioni. Il diritto di riscatto fissato a 18 milioni di euro, permette alla Juventus di valutarlo nel corso della stagione per poi decidere il da farsi. Una puntata “vinci-vinci”, che Paratici ha deciso di non farsi scappare.

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Il modello della Juventus segue la scia del Bayern Monaco, che negli ultimi anni ha dato fiducia a giovani talenti, che poi hanno ripagato con gli interessi. Veniamo ora alla conoscenza di McKennie, un giovane con l’aria da persona matura, che ha vissuto una vita non semplice. Portatore di ideali antirazzisti, ha sempre messo in mostra la sua personalità.

Sul campo emerge nella stessa maniera. A 20 anni capitano degli USA e successivamente anche dello Schalke 04. Sempre a disposizione del mister, come dimostrato in questi anni nel club tedesco. McKennie ha ricoperto vari ruoli: interno di centrocampo, mediano, trequartista, all’occorrenza anche esterno. In un centrocampo a due ma anche a tre.

“Ho già dimostrato di poter giocare sostanzialmente in ogni ruolo. Posso giocare ovunque, a parte in porta. A meno che me lo chieda il mister”.

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McKennie risulta tra gli unici cinque calciatori nati dal 1998 ad aver già disputato oltre 5000 minuti in Bundesliga, in dolce compagnia di Jadon Sancho, Kai Havertz, Dayot Upamecano, Christian Pulisic (DATI OPTA). Il carisma certo non gli manca e alla Juventus è giusto ripartire e scommettere da giocatori con la voglia di crescere. Paratici lo segue già da due anni ed ora ha deciso di affondare il colpo, vista la possibile concorrenza del Liverpool.

La Juventus sta sviluppando una rosa di costruttori di gioco e calciatori in grado di rompere gli equilibri. Il compito di McKennie non è quello di fare il salto di qualità alla Vecchia Signora, ma può essere utile e sarà il campo a dire l’ultima parole. L’americano si esalta dietro la linea della palla con la possibilità di vedere campo ed aggredirlo ed attaccarlo. Corsa e quantità che può fare solo del bene. Arthur e Kulusevski sono delegati per un altro compiti, favorire il palleggio e nel caso dello svedese aprire gli spazi. L’opera di svecchiamento è iniziata, sperando che il rettangolo verde porti buoni risultati.

Antonio Salomone

Scrivo per amore dello sport o seguo lo sport per l'amore della scrittura? Entrambe le cose. (Quasi) giornalista pubblicista. Tra le poche cose ho una Laurea in Scienze della Comunicazione e un Master in Giornalismo Sportivo. Amo approfondire ed essere un testimone della realtà.

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