Mercato auto: “Forte crollo se mancheranno incentivi”
Gli addetti ai lavori di Anfia, Unrae e Federauto concordano: “Senza intervento pubblico a fine anno perderemo 40 mila posti di lavoro nel mercato auto”
Per il Mercato auto italiano giugno limita i danni rispetto ai mesi precedenti ma resta comunque la crisi profonda nel settore. Il mese scorso ha segnato il 23,1% delle immatricolazioni in meno rispetto ad un anno fa e ha chiuso a quota 132.457 unità, mentre da inizio anno il calo è di oltre il 46%. Mancano all’appello mezzo milione di autovetture nuove, con un mercato per l’Italia in pratica dimezzato.
Il risultato italiano contrasta con la ripresa delle vendite in diversi paesi tra cui la Francia. Nel paese d’oltralpe le immatricolazioni il mese scorso sono state l’1,2% in più dello stesso periodo di un anno fa. Ciò è dovuto anche grazie alle misure messe in campo dal Governo Macron.
Tutto questo accade mentre gli occhi sono puntati sulla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Sta tutt’ora andando avanti il dibattito sugli emendamenti dal Decreto Rilancio e sulla eventuale ampliamento della platea dei bonus per l’acquisto di autovetture. “Mentre Germania, Spagna e Francia hanno già approvato piani di sostegno, prosegue l’assordante silenzio del Governo italiano” commenta Michele Crisci, presidente dell’Unrae.
La cronaca, secondo i dati del ministero dei Trasporti, parla infatti di un calo del 23,13% rispetto allo stesso mese del 2019. La visione d’insieme dell’intero primo semestre 2020, addirittura, vede, come accennato in precedenza, il mercato auto letteralmente dimezzarsi, con una flessione del 46,09% che significa 583.960 immatricolazioni contro le 1.083.184 dello scorso anno.
“Proiettando il dato di giugno sul secondo semestre, il mercato perderebbe altre 200.000 immatricolazioni; queste, insieme al mezzo milione perso nei primi sei mesi, si tradurrebbero in un crollo della domanda di autovetture nel 2020 a 1.200.000 unità“, conclude Crisci.
Ha espresso le sue preoccupazioni anche il presidente di Federauto Adolfo De Stefani Cosentino: “Più andiamo avanti così, più è grande il rischio di chiusura nei prossimi mesi di centinaia di imprese della filiera della distribuzione auto. A ciò si accompagnerebbe drammaticamente la scomparsa di 40.000 di posti di lavoro.”
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