I corpi di dodici migranti sono stati abbandonati nel Mediterrano, diventato ormai un cimitero di acqua e vite spezzate.
Una nave della Marina militare americana ha prestato soccorso a un barcone carico di migranti; ha tratto in salvo 41 di loro, ma per quei dodici che purtroppo sono morti durante la traversata non ha potuto fare niente. Neppure portarli a bordo per poi dare loro una sepoltura.
La nave era priva di celle frigorifere ed è per questo motivo che l’equipaggio ha deciso di abbandonare i corpi in mare.
Tutto è iniziato martedì mattina (12 giugno 2018): quando un gommone carico di migranti è naufragato a 20 miglia dalle coste libiche.
La prima a soccorrerlo è stata una nave della Us Navy, la “Ico Usns Trenton”, che è riuscita a salvare 40 persone e a recuperare 12 corpi senza vita.
L’imbarcazione ha dovuto poi chiedere appoggio all’ong Sea Wach che, con la sua Sea Watch 3 , è stato l’unico mezzo di soccorso civile a prestare aiuto.
Naturalmente l’intervento è stato immediato, ai superstiti sono stati forniti cibo e coperte.
Quello che è successo dopo ha avuto come conseguenza l’abbandono in mare dei dodici corpi senza vita
La centrale operativa di Roma ha informato le due imbarcazioni di non voler essere coinvolta in questa operazione.
Inoltre ha detto di non voler coordinare il caso e di non poter assegnare loro un porto italiano; per questo motivo Sea Watch 3 non ha potuto effettuare il trasbordo dei migranti e dei corpi senza vita.
L’imbarcazione dell’ong ha chiarito “di essere pronta e disponibile a fornire l’assistenza richiesta e procedere al trasbordo, a condizione che le fosse assegnato un porto di sbarco vicino, nel range di 340 miglia/36 ore di navigazione, perché sia logisticamente raggiungibile dalla Sea Watch 3” (il rischio è che si ripeta la stessa situazione di Aquarius).
Ecco perchè, dopo due giorni trascorsi invano in attesa di notizie e istruzioni da Roma, la Trenton è stata costretta ad abbandonare i corpi dei 12 migranti deceduti; decisione, questa, derivata dall’assenza di celle frigorifere e a bordo.
Sea-Watch ha fatto poi fa sapere che non avrebbe preso a bordo i 41 migranti a causa del rifiuto dell’Italia di indicare un porto dove attraccare.
Poi si è allontanata, come riferisce all’Ansa Federica Mameli, una collaboratrice della Sea Watch:
“Noi ci siamo avvicinati alla loro posizione, loro ci sono venuti incontro e per 24 ore siamo rimasti così – ha spiegato – Eravamo disposti al trasbordo ma volevamo prima che ci fosse assegnato un porto sicuro, ragionevolmente vicino. Ciò non è avvenuto e quindi ieri sera la nave americana si è allontanata e noi abbiamo perso il contatto“.
“Il governo italiano si sta rendendo complice di un’emergenza umanitaria, contribuendo a rendere il Mediterraneo un cimitero”. Cosi’ Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico, che continua:
“La nave Trenton della flotta statunitense ha fatto quanto possibile per soccorrere i migranti dispersi in mare. L’indisponibilità italiana all’attacco in un porto certo ha fatto sì che la nave della ong Sea-Watch non si facesse carico del trasbordo; costringendo così i militari della Trenton ad abbandonare in mare le salme.”
Le navi NON governative,come si legge nel comunicato di Sea Watch , si sono assunte la responsabilità delle attività di salvataggio,cercando di colmare un vuoto istituzionale. Ma allo stesso tempo, sono diventate il capro espiatorio del governo italiano.
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