Un colpo di scena inaspettato. L’accordo è stato raggiunto? Assolutamente no. Tutto da rifare per quanto riguarda la regolarizzazione dei migranti, che sembra essere una sorta di tela di Penelope da tessere che si disfa ogni giorno. L’intesa sembrava fatta, tra Movimento 5 Stelle, PD, Italia Viva e Liberi E Uguali. Ma, a quanto pare, dopo una discussione durata fino all’una di notte, stamattina il Movimento ha deciso di bombardare le agenzie di stampa in senso opposto. Il “no a sanatorie e scudi penali” arriva come un fulmine a ciel sereno, e fa arrabbiare anche il premier Giuseppe Conte.
La norma, inserita nel Decreto Rilancio, prevede che i datori di lavoro possano chiedere di regolarizzazione i dipendenti in nero, stranieri ma anche italiani, pagando una cifra forfettaria di circa 400 €. Gli stranieri con permesso di soggiorno scaduto potranno chiedere (versando 100 €) un rinnovo di sei mesi per cercare un nuovo lavoro. Cosa che ai 5 Stelle non va giù.
“È chiaro che non si può chiedere a un’azienda di mettere in regola i dipendenti se poi gli diciamo che puniremo chi lo farà.” dice una fonte PD.
E così parte la controffensiva 5 Stelle. “Non possiamo immaginare che possa farla franca chi si è macchiato di caporalato.” risponde una nota 5 Stelle.
Resta di sasso anche il premier, che si “allea” con il centrosinistra e prende una posizione piuttosto netta sulla regolarizzazione dei migranti. Insomma, la risoluzione definitiva dovrebbe avvenire nel Consiglio dei Ministri odierno. E il sospetto è che il parere di Conte sarà effettivamente decisivo.
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