Perché occuparsi di qualcosa, risolvendo la situazione, quando puoi delegare il compito agli altri tramite una semplice lettera? Questo si è chiesto Matteo Salvini, prima di interpellare l’Olanda sul caso Sea Watch. La nave non si muove, è ferma da 11 giorni al largo di Lampedusa, con ben 42 migranti a bordo. Dalla nave della ONG sono stati fatti scendere solo quelli in pericolo di vita, l’ultimo solo ieri. E il ministro dell’Interno si appella al “buonsenso” dell’Olanda, rea di disinteressarsi della situazione.
“Ho scritto personalmente al mio collega ministro olandese: sono incredulo perché si stanno disinteressando di una nave con la loro bandiera, peraltro usata da una Ong tedesca, che da ormai undici giorni galleggia in mezzo al mare. Riterremo il Governo olandese, e l’Unione Europea assente e lontana come sempre, responsabili di qualunque cosa accadrà alle donne e agli uomini a bordo della SeaWatch.” ha dichiarato Matteo Salvini.
Il braccio di ferro con il Governo italiano sembra essere in stallo. Il Tribunale dei Ministri, infatti, ha archiviato l’indagine sull’esecutivo per una vicenda simile che coinvolgeva la stessa nave, tenuta giorni in mare con a bordo i naufraghi recuperati nel Mediterraneo. E ora il ministro dell’Interno torna nuovamente a provocare e a richiamare alle proprie responsabilità la nazione la cui bandiera batte sulla nave. Nulla di nuovo sotto il Sole, insomma. Sono tutte cose già viste e riviste, più e più volte.
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