I migranti siamo noi. L’ultimo rapporto della fondazione Migrantes fotografa una situazione allarmante, con i giovani italiani ansiosi di andare a fare esperienze di studio e lavoro altrove, mossi dalla cronica mancanza di opportunità concrete che attanaglia il nostro Paese
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I migranti siamo noi, lo dicono i dati del rapporto “Italiani nel mondo 2016”. I nostri bisnonni che colonizzarono terre lontane come Brasile e Stati Uniti all’inizio del secolo scorso furono costretti a partire, fiaccati dalla povertà e dalla mancanza di opportunità. Ma i migranti del 2000 non lo fanno per esigenze contingenti, non tutti almeno: scoprire è la loro motivazione.
Secondo questo rapporto, lo scorso anno gli italiani che hanno deciso di migrare verso altri lidi sono stati 107.529, con ben 6232 persone iscritte all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero. L’età media dei nuovi migranti è 18/34 anni, e la meta favorita sembra non essere più la mitica Londra, e il Regno Unito è stato scalzato dalla potente Germania.
Per il nostro Paese, invece, i giovani scelgono il nord, con Veneto e Lombardia in pole position. Secondo il rapporto, quindi i migranti non muovono con in testa un progetto ben preciso, ma è la semplice
voglia di fare esperienza a spingerli, una smania di ricerca di nuove opportunità. Inoltre, si legge ancora, che ogni fascia di età ha registrato un aumento delle partenze rispetto al 2014,
fatta eccezione per gli ultra 65enni. Per quanto riguarda l’Italia, la
Lombardia conduce con 20.088 partenze, seguita dal
Veneto (10.374), terza posizione invece per la
Sicilia (9.823). Ancora, al quarto posto il
Lazio (8.436) e poi
Piemonte (8.199) ed
Emilia Romagna (7.644). [ads2]