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Dopo i primi lievi via libera da parte del Governo per le attività commerciali, a Milano i ristoratori in protesta. L’affermazione è chiara, “Se apriamo, falliamo“. Infatti, le linee guida che arrivano da Roma non riescono a sciogliere i nodi per le attività della ristorazione. La fase due ha dato la possibilità di riaprire ma solo per quanto riguarda il delivery, che dovrà comunque essere effettuato con tutte le cautele.
A Milano è Alfredo Zini, ristoratore, a capo di questa protesta. I ristoratori milanesi si sono riuniti quest’oggi nel piazzale antistante l’Arco della Pace. La protesta è gestita molto bene, rispettando tutte le distanze di sicurezza. Simboli della manifestazione sono delle sedie vuote. L’apertura in questo modo non consentirebbe loro di andare in pari tra entrate ed uscite. Per quanto riguarda chi ha dipendenti a carico, la richiesta della cassa integrazione ancora non ha generato pagamenti. Queste le parole di Zini: “Abbiamo incassi ridotti del 70% e rischiamo di non riaprire più. Non basta dire che alla riapertura dovremo usare il plexiglas per dividere i tavoli, vogliamo regole chiare perché viviamo di convivialità“.
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