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Monicelli, cinque anni fa la tragica scomparsa

Il 29 novembre 2010, il regista Mario Monicelli si tolse la vita. Un ciclo di film è stato dedicato al maestro, stasera Rai Movie gli rende omaggio con “L’armata Brancaleone”

[ads1]Sono passati cinque anni da quando Mario Monicelli, malato da tempo, decise di togliersi la vita; alle 21.00 circa del 29 novembre 2010, infatti, il regista, che aveva 95 anni, si gettò dalla finestra della stanza d’ospedale in cui era ricoverato, al quinto piano dell’Ospedale San Giovanni di Roma. Un gesto estremo, disperato ma realizzato con lucidità, come è stato raccontato nella puntata de “Le Iene” andata in onda il 23 novembre, dove Matteo Viviani, nel suo servizio sull’eutanasia, ha menzionato anche la vicenda del cineasta, intervistando la sua ultima compagna Chiara Rapaccini, di quarant’anni più giovane.

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Un triste epilogo quello di Monicelli, che decise di farla finita emulando il suicidio del padre, il giornalista Tomaso, avvenuto nel 1946; un avvenimento che segnò per sempre la sua esistenza, tanto che in un’intervista disse che «la vita non è sempre degna di essere vissuta, se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena».

Mario Monicelli

Mario Monicelli fu uno dei principali esponenti della commedia all’italiana, candidato sei volte al Premio Oscar. Agli inizi di carriera, durante gli studi universitari, fondò a Milano, con altri soci, il giornale di sinistra “Camminare”, dove si occupava di critica cinematografica (amava in particolare i film americani e francesi). Nel 1935, a soli 20 anni, diresse il suo primo film, dal titolo “I ragazzi della via Paal”. In quel periodo collaborò come “ciacchista”, assistente, aiuto regista e cosceneggiatore ed in seguito come soggettista e segretario, instaurando un sodalizio artistico con Steno, consolidato dalla brillante commedia “Guardie e ladri” (1951), con protagonisti Totò e Aldo Fabrizi, girata nel dopoguerra e per questo in puro stile neorealista.

Una scena del film “I soliti ignoti”

Complessivamente, Monicelli ha diretto, dal 1935 al 2006, ben 49 film. Tra le pellicole più note, ricordiamo: “Il medico e lo stregone” (1957), con Vittorio De Sica; il capolavoro “I soliti ignoti” (1958), uno dei capisaldi del genere caper movie; “La grande guerra” (1959), il miglior film italiano sulla guerra e uno dei capolavori della storia del cinema; “I compagni” (1963), con Marcello Mastroianni; “L’armata Brancalone” (1966), con Vittorio Gassman, e il sequelBrancaleone alle crociate” (1970); il cultAmici miei” (1975); il capolavoro “Un borghese piccolo piccolo” (1977), con il suo attore di riferimento Alberto Sordi (alle prese con un ruolo insolito per la profondità drammatica e con il quale girerà anche il dissacrante “Il marchese del grillo” nel 1981); la commedia agrodolce, a stampo familiare, “Parenti serpenti” (1992), ambientata a Sulmona; il road movieCari fottutissimi amici” (1994), con Paolo Villaggio; e “Le rose del deserto” (2006), che chiude la sua filmografia.

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Vittorio Gassman in una scena de “L’armata Brancaleone”

Nelle sue commedie si evince sovente uno spirito toscano (anche se in verità Monicelli era romano, ma trascorse l’infanzia e l’adolescenza a Viareggio), sullo sfondo di storie amare e malinconiche, tratte da alcuni episodi vissuti in giovinezza e riportati sul grande schermo, narrando le vicende di personaggi perdenti, capace anche di cimentarsi nel dramma, mettendo in risalto i vizi degli italiani in una poetica cinematografica farsesca, burlona, picaresca, con un occhio di riguardo agli emarginati.

Ultimamente un ciclo di film è stato dedicato al regista, come l’uscita al cinema di “Amici miei” dopo quarant’anni, in versione restaurata, e la messa in onda de “Il marchese del grillo” su Iris, “Totò e le donne” (1952), “Padri e figli” (1957), “Totò e i re di Roma” (1951), “Casanova ’70” (1965) su Sky Cinema Classics, mentre stasera Rai Movie omaggia il maestro con una delle sue opere migliori, “L’armata Brancaleone”, che verrà trasmessa in prima serata, alle 21.15.

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Redazione ZON

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