foto da Pixabay
L’orso polare è tra gli animali più adattati a sopravvivere in ambienti estremi e ostili, come le regioni artiche dove il ghiaccio e la neve dominano il paesaggio, malgrado ciò anche questi maestosi predatori non sono immuni alle malattie.
Il virus dell’influenza aviaria ha ucciso un orso polare (Ursus maritimus) negli Stati Uniti. Ad aver comunicato il decesso dell’animale è stato il Dipartimento di Conservazione Ambientale dell’Alaska, lo Stato degli USA dove è stata trovata la carcassa. L’intera specie è a rischio a causa del patogeno e del cambiamento climatico.
Il virus ha già ucciso diversi mammiferi, tra volpi, orsi neri, orsi grizzly, foche, visoni e lontre, probabilmente dopo aver divorato la carcassa di uccelli morti per l’infezione o semplicemente per il fatto di condividere l’habitat dei volatili. Ora, come indicato, è arrivata la conferma del primo orso polare ucciso.
L’Influenza aviaria, nota anche come peste aviaria, è una malattia infettiva contagiosa altamente diffusiva, dovuta a un virus influenzale di ceppo A (orthomyxovirus), che colpisce diverse specie di uccelli selvatici e domestici, con sintomi che possono essere inapparenti o lievi (virus a bassa patogenicità), oppure gravi e sistemici con interessamento degli apparati respiratorio, digerente e nervoso e alta mortalità (virus ad alta patogenicità). Il virus può trasmettersi agli umani, come è stato definitivamente dimostrato a partire dal 1997.
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