Il countdown è terminato, all’1:30 di stanotte è iniziato ufficialmente il 75esimo anniversario della Nba che ha tenuto a mostrare subito il suo profilo migliore.
In un Fiserv Forum gremito i Milwaukee Bucks hanno celebrato la vittoria della scorsa stagione con la consegna degli anelli conclusa con la “sfilata” di Antetokounmpo, MVP delle scorse Finals e visibilmente commosso, fresco di ingresso nella top 25 dei cestisti migliori di tutti i tempi.
Erano tanti i temi che hanno accompagnato la vigilia di questa partita tra le due squadra destinate a giocarsi l’accesso alle Finals ad Est. La cerimonia della consegna degli anelli, la prima gara ufficiale dei “nuovi” Nets senza Irving e sopratutto la prima uscita da campione in carica dei ragazzi di coach Budenholzer.
I Bucks dominano in lungo e in largo il match sin dalla palla a due, toccando anche il +18 nel primo quarto con un Antetokounmpo da 32 punti, 14 rimbalzi e 7 assist (in 31 minuti di gioco) già in versione MVP. L’impatto devastante dei campioni in carica trova impreparati i Nets che faticano a trovare linea pulite per arrivare a canestro, complice anche l’ottima difesa dei campioni in carica.
Alla fine non basteranno i 32 punti di Durant e la tripla doppia sfiorata di James Harden per arginare la foga agonistica dei padroni di casa che, nonostante l’infortunio all’intervallo di Jrue Holiday, chiudono con un Khris Middleton da 20 punti e 9 rimbalzi, e uno straordinario Pat Connaughton che ne mette 20 in uscita dalla panchina.
Per coach Steve Nash resta l’ottimo esordio di Patty Mills che chiude con 21 punti e un impressionante 7/7 da tre. Il primo atto tra le due superpotenze della Eastern Conference va ai Bucks ma niente paura, ci aspettano altri tre match tra queste squadre in Regular Season: mettetevi comodi, ne vedremo delle belle.
Dopo le due vittorie in pre-season gli Warriors, ancora orfani di Klay Thompson che non tornerà prima di novembre, si confermano mattatori dei Lakers anche nella prima uscita ufficiale della nuova stagione Nba.
I Lakers rimangono avanti per per tre quarti di gara trascinati dalla coppia Lebron-Davis che regalano spettacolo al pubblico dello Staples Center con giocate da All-Star Game sia sotto canestro che in difesa, chiudendo con 67 punti di coppia. Male l’esordio di Westbrook incappato in una serataccia al tiro, con un terribile 4/13 dal pitturato e 0/4 dall’arco, che porta alla causa soltanto 8 punti e un più che eloquente -23 di plus-minus in 35 minuti giocati.
Serata difficile al tiro anche per Curry (5/21 dal campo e 2/8 da tre), che ciò nonostante riesce a mettere a referto la sua ottava tripla doppia della carriera, concludendo con 21 punti, 10 rimbalzi e 10 assist. Ma la vera notizia per Steve Kerr è la panchina capace, a differenza dello scorso anno, di essere competitiva quando il due volte MVP è costretto a prendere fiato.
È proprio la panchina a creare lo strappo decisivo ad inizio quarto quarto, trascinata dai canestri a ripetizione di Lee, Bjelica e Iguodala tutti e tre in doppia cifra. Altra serata degna di nota per Jordan Poole che continua il suo magico periodo di forma chiudendo con 20 punti in appena 25 minuti.
Nonostante i 34 punti, 11 rimbalzi e 5 assist del Re, i Lakers incappano nella settima sconfitta di fila (nonché la terza contro Golden State), un trend da invertire immediatamente.
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