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Neffa compie 48 anni, dall’esordio fino a “Resistenza”

Il cantautore Neffa festeggia i 48 anni; ripercorriamo la sua carriera artistica, dagli inizi nel rap fino a “Resistenza”, ultimo disco di inediti

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Ne è passato di tempo da quando Neffa si affacciò al mondo musicale; la sua prima apparizione in TV risale al 1991, quando cantò “Passaparola” con il gruppo hip hop Isola Posse All Stars nella trasmissione “Avanzi” su Rai 3, condotta da Serena Dandini. Neffa, nome d’arte di Giovanni Pellino, all’epoca aveva 24 anni ed era un ragazzo imberbe partito con la famiglia molti anni prima da Scafati, in provincia di Salerno, per stabilirsi a Bologna. È proprio nel capoluogo emiliano che a suon di rime si fa conoscere ed apprezzare nell’ambiente underground, cimentandosi anche come batterista dei Negazione, un gruppo hardcore punk. Dopo diverse collaborazioni, tra cui quella con gli Impact, ai primordi degli Anni 90 cambia il suo nome artistico da Jeff Pellino a Neffa per una somiglianza con il calciatore paraguaiano della Cremonese Gustavo Neffa (i due poi si sono conosciuti tempo dopo) e nel 1994 partecipa al disco “SxM” dei Sangue Misto, gruppo specializzato nell’old school rap composto dall’artista campano, Deda e Dj Gruff.

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Il successo arriva nel 1996 con il singolo “Aspettando il sole”, hit che lanciò l’album con Messaggeri della Dopa e che lo consacrò come uno dei precursori del genere hip hop in Italia. Dopo essere diventato uno dei maggiori esponenti del rap, dando vita a una lunga rivalità con gli Articolo 31 capitanati da J-Ax (con il quale nel 2010 formerà il sodalizio Due di Picche ed insieme pubblicheranno un disco di riappacificamento dal titolo “C’eravamo tanto odiati”), decide di abbandonare definitivamente il genere.

Neffa ai tempi in cui faceva rap

La svolta artistica avviene all’alba del nuovo millennio, quando nel 2001 il brano “La mia signorina” diventa il tormentone estivo di quell’anno, un testo divertente e ambiguo dove il cantante, per sua stessa ammissione, allude alla marijuana. Il testo fece da apripista al disco “Arrivi e partenze”, che segna l’approdo alla musica leggera e al pop. Nel decennio breve Neffa dimostra tutta la sua poliedricità, una caratteristica che gli permetterà di spaziare con destrezza dal funk al R&B, dal jazz al soul, passando per il rock e l’elettropop. Negli anni duemila pubblica altri tre dischi: “I molteplici mondi di Giovanni, il cantante Neffa” (2003), “Alla fine della notte” (2006) e il poetico “Sognando contromano” (2009), sfornando singoli come “Prima di andare via”, “Il mondo nuovo”, “Cambierà”, “Lontano dal tuo sole”, “Nessuno”, entrati di diritto nel genere cantautorale italiano, componendo anche la colonna sonora del film “Saturno contro” (2007) di Ferzan Özpetek.

Passano quattro lunghi anni e Neffa, dopo un estenuante silenzio, si ripresenta dalla porta principale, sbancando in radio con “Molto calmo”, singolo simile a un mantra che promuove l’album omonimo, dal quale verranno selezionati anche “Quando sorridi”, “Dove sei” e “Per sognare ancora” per la rotazione radiofonica, mentre alla fine del disco è possibile ascoltare una breve traccia fantasma, intitolata “L’anima”, dove l’ex rapper fa sognare i suoi fan sciorinando ancora una volta rime sopra un beat, cosa che non accadeva dal lontano 1999 con l’EPChicopisco”.

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La copertina del nuovo disco di Neffa, “Resistenza”, il suo ottavo album di inediti

Il 2015 è l’anno del suo ottavo album solista di inediti, “Resistenza”, registrato a San Lazzaro di Savena e uscito il 4 settembre ma anticipato dal singolo estivo “Sigarette”; il videoclip del brano, diretto da Cosimo Alemà e girato tra Bologna, Napoli e Roma, in poche settimane raggiunge oltre due milioni di visualizzazioni su YouTube. “Colpisci”, invece, è il secondo estratto dal disco e vede la partecipazione dell’attrice Valentina Lodovini nel video della canzone.

L’ultima fatica musicale dell’artista è un’opera apparentemente energica e solare, ma in realtà dietro ai testi dal titolo spensierato come “Twit” e “Catalogo” è intrisa una profonda malinconia, che traspare dai brani “Un piccolo ricordo di Maria” e “Ma jolie”, i migliori dell’intero album, dove sono tangibili i temi dell’abbandono e dei rimpianti. I 13 pezzi sofferti del disco sono scaturiti dalla fine della relazione con la cantante piacentina Nina Zilli e quindi rendono totalmente autobiografico il nuovo prodotto musicale di Neffa, capace ogni volta di reinventarsi, confermando la sua modernità (è stato il primo cantante italiano ad usare la parola “WhatsApp” in un brano), mista all’originalità del suo timbro vocale inconfondibile, capace anche di fare un’incursione nel genere swing come nella canzone “Dubai (Why, Oh Way?)”, che nella parte iniziale ricorda un po’ “Il clarinetto” di Renzo Arbore.

«Resistenza è un concetto che ha dentro un po’ di cose personali, ma riguarda anche la gente che vive in questi tempi, tempi che cambiano e che ci portano sempre a dover osservare le cose con maggior attenzione perché i tempi sono in costante mutazione» precisa Neffa, che poi aggiunge: «C’è del buono e del cattivo, secondo me “Resistenza” vuole soltanto dire dire stiamo con gli occhi aperti. Scrivere canzoni alla fine è quello che mi ha permesso di dare un indirizzo alle cose che non sapevo spiegarmi e mi sono sempre chiesto quale fosse il mio posto nel mondo, la musica ha trovato me e questo mi ha permesso di trovare un posto».

Oggi, Neffa compie 48 anni. Noi tutti ci auguriamo che possa regalarci ancora grandi emozioni, sperando magari di vederlo al prossimo Festival di Sanremo, in attesa del nuovo tour.

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Redazione ZON

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