Neil Young, uno dei più carismatici e influenti cantautori degli anni Settanta che ha ridefinito la figura del songwriter, accusa la campagna di Trump di violazione di copyright. Dopo aver sentito molte sue canzoni usate in recenti comizi, il musicista di origine canadese ha deciso di fare causa all’attuale presidente.
“Questa denuncia non intende mancare di rispetto ai diritti e alle opinioni di cittadini americani che sono liberi di scegliere il loro candidato preferito – si legge nella denuncia presentata presso una corte federale di New York –. E tuttavia il querelante in buona coscienza non può tollerare che la sua musica sia usata come tema per una campagna di ignoranza e odio, che mira a dividere e che non riflette i valori dell’America.”
Neil Young chiede così un risarcimento di 150 mila dollari. La sua musica suonata i comizi di Tulsa il 20 Giugno e poi a Mount Rushmore il 4 Luglio hanno fatto traboccare il vaso. Le tematiche di odio e intolleranza infatti non si coniugano per niente con la musica del chitarrista. Il cantautore sostiene che la campagna del presidente non ha il suo permesso per suonare pubblicamente canzoni come Rockin’ In The Free World e Devil’s Sidewalk.
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